Sull'arresto di Cesare Battisti, ora detenuto a Massama, interviene Pino Tilocca, ex sindaco di Burgos e attuale preside del liceo classico di Oristano.

Tilocca ricorda l’omicidio del padre Bonifacio morto dopo un attentato dinamitardo davanti alla sta abitazione e, soprattutto, sottolinea che mai si è augurato che gli assassini del padre marcissero in galera. E prende le distanze dai ministri Salvini e Bonafede.

"Tra qualche settimana saranno trascorsi quindici anni dall’omicidio di mio padre - ha scritto il preside su Facebook. Spiegando: "È stato un delitto frutto di odio e di prepotenza che ci crea ancora lo stesso dolore e che non ha avuto colpevoli riconosciuti e condannati".

Ma, prosegue, "l'odio espresso da quegli assassini è dello stesso tipo di quello che ha caratterizzato la vicenda personale e politica di Cesare Battisti e che gli ha portato una condanna all’ergastolo per le sue azioni omicide".

Ancora: "Eppure non nascondo di aver provato un pesante disgusto nel vedere come questa persona sia stata trattata nelle fasi dell’arresto e della traduzione in carcere. Anzi posso dire che, come cittadino e familiare di vittima, me ne sono sentito personalmente offeso".

"In questi quindici anni dalla morte di mio padre, nel primo periodo come sindaco e poi come educatore, ho sempre evitato, pur nella richiesta costante di giustizia, di usare parole di odio e vendetta, non direi mai che gli assassini di mio padre “devono marcire in cella per tutta la vita. Una frase del genere esprime odio e mi collocherebbe, non certo alla pari, ma sicuramente nello stesso campo di chi ha ucciso".

Il post prosegue poi così: "Ho sempre pensato che il mio comportamento dovesse essere il più differente possibile da quello dei delinquenti che hanno colpito la mia famiglia, se loro sono stati dei barbari io devo dimostrarmi il più civile possibile.

Perciò fermamente ma serenamente ho sempre detto che le le forze dell’ordine e la magistratura devono fare il loro dovere; trovare gli assassini e giudicarli secondo quanto stabilito dalla legge e trattandoli come stabilito dai regolamenti senza sovrappiù di crudeltà".

Poi l'attacco al governo: "Non stringerei mai la mano ad un ministro che esibisse un carcerato, sia pure assassino, come un trofeo, come un cinghiale morto portato sul cofano di una macchina in giro per il paese con tanto di suono di clacson di accompagnamento.

Ciò che ha fatto in questi giorni Salvini, con a ruota il ridicolo Bonafede, è indegno di uno stato civile, umilia le istituzioni perché le porta a parlare lo stesso linguaggio di una banda, linguaggio di odio e vendetta".

"È - la conclusione - un pessimo esempio per chiunque, e soprattutto per i giovani che si stanno formando la propria coscienza di cittadini" perché "non dimostra la forza delle istituzioni, anzi ne sancisce la profonda debolezza, perché le dimostra incapaci di agire con correttezza, imparzialità, sobrietà".

Il post del preside in poche ore ha avuto centinaia di condivisioni sul social network.

Valeria Pinna

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BATTISTI A MASSAMA - VIDEO:

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