Nell'agosto del 2016, 25mila campioni di Dna vennero trafugati dal laboratorio Genos di Perdasdefogu. Il dono di 13 ogliastrini di sei paesi alla ricerca svaniva nel nulla. Quei campioni vennero ritrovati alcuni giorni dopo in una clinica cagliaritana.

Amministratori, consiglieri di Genos e SharDna, medici e collaboratori, vennero sospettati a vario titolo di aver trattato illecitamente i dati personali e di non aver tenuto conto dei provvedimenti emessi dal Garante della privacy.

La procura di Lanusei, guidata da Biagio Mazzeo, emise una lunga serie di avvisi di garanzia. Ora la vicenda giudiziaria è entrata nel vivo. Venerdì 23 il giudice Mariano Arca si pronuncerà sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Gualtiero Battisti per gli indagati nell'ambito dell'inchiesta relativa alla sparizione.

Stralciata la posizione di Mario Pirastu - il genetista, sospettato di furto aggravato, sarà giudicato a Cagliari - l'udienza preliminare di ieri in Tribunale a Lanusei ha interessato sette dei dieci indagati: Piergiorgio Lorrai, presidente di Genos, Franco Tegas, sindaco di Talana, Mariano Carta, sindaco di Perdasdefogu, Walter Mura, ex sindaco di Perdasdefogu, Simona Vaccargiu, ex collaboratrice di Mario Pirastu e poi Maurizio Caddeo e Tiziano Lazzaretti.

Maurizia Squinzi, Mario Valsecchi e Ercole Perino erano già comparsi in precedenza di fronte al gup. La procura di Lanusei, per tutelare i donatori ne aveva disposto il sequestro, condizione in cui ancora si trovano in attesa di una definitiva collocazione che ne permetta lo studio.

Intanto Tiziana's Life, che si era aggiudicata all'asta il diritto di utilizzare i campioni, a settembre, ha restituito ai donatori il loro consenso e i relativi dati.

Per tutti la decisione su un'eventuale processo slitta di dieci giorni. Nel corso dell'udienza di ieri i difensori, Vito Cofano, Massimo Ledda, Giovanni Manca Bitti, Giovanni Battista Gallus, Daniele Murru e Francesco Serrau hanno chiesto con diverse sfumature il non luogo a procedere per i loro assistiti, per non aver commesso il fatto o intervenuta prescrizione.

Nel luglio scorso Renato Macciotta, 52 anni, di Cagliari, era stato assolto con formula ampia, perché il fatto non sussiste, dall'accusa di falso e omessa denuncia.
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