Batte sul dna di Ignoto 1, ovvero il killer mai scoperto, fino ad arrivare a prospettare la richiesta di revisione del processo. Francesco Rocca, il dentista condannato in via definitiva all'ergastolo come mandante dell'omicidio della moglie Dina Dore, uccisa in modo orrendo nella sua casa di Gavoi 12 anni fa, insiste. "Ignoto 1 ha ucciso Dina. La traccia di dna non è mai stata cercata. Nel caso Gambirasio sono stati eseguiti 16-18-20 mila prelievi, a Gavoi 26 di cui 4-5 negativi. Le sembra logico?", dice rivolto a Franca Leosini nell'intervista trasmessa dal programma "Storie maledette", domenica su Raitre.

"Revisione del processo? Ci sono tre sentenze per lui e altre tre per Pierpaolo Contu. Dicono tutte la stessa cosa. Parlano abbastanza chiaro", commenta Graziella Dore, la sorella di Dina.

Lei si prende cura della nipote, ora tredicenne, che aveva otto mesi quando la mamma le è stata uccisa accanto. "Mia figlia è tutto", dice Rocca in un attimo di commozione richiamando le lettere in cui la ragazzina gli scrive di non vedere l'ora di riabbracciarlo. "È una sua affermazione, io in mia nipote non ho colto questa volontà negli ultimi tempi", dice Graziella Dore che con sofferenza ripensa alla terribile verità cristallizzata da tre gradi di giudizio: quella del femminicidio.

Corte europea

"Esistono morti di serie A che risiedono a Brescia e altre di serie B?", domanda Rocca su quel dna ancora misterioso. Stesse parole rilanciate dal suo avvocato, Angelo Manconi, che però sulla richiesta di revisione del processo è prudente. "Si chiederà - dice -, ma prima bisogna aspettare che ci siano elementi nuovi. Si potrà valutare se si dovesse individuare Ignoto 1, a seconda di chi è. Ma lo deve cercare lo Stato, non la famiglia Rocca. Perché deve essere ancora in circolazione una persona che si è macchiata di un omicidio tanto efferato?". Per ora la difesa valuta un'altra possibilità: rivolgersi alla Corte europea sui diritti dell'uomo.

Supertestimone

Il frammento di dna, ritrovato nel nastro da pacchi stretto attorno al volto di Dina fino a farla soffocare, non corrisponde a quello di Pierpaolo Contu, allora minorenne, condannato a 16 anni come esecutore materiale dell'omicidio. Rocca difende se stesso e Contu. "Hanno arrestato due innocenti". Punta il dito sul supertestimone Stefano Lai: aveva raccontato agli inquirenti di aver raccolto le confidenze di Contu, suo amico. Gli aveva confessato di aver compiuto il delitto su mandato di Rocca. Dal carcere di Alghero il dentista richiama la perizia di Emiliano Giardina, genetista che ha incastrato Massimo Bossetti per l'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, per fare insinuazioni sul dna mai identificato a Gavoi e i parenti di Lai. E per dire che sarebbero bastati 700-800 prelievi per arrivare a una svolta.

Le vittime

"Ognuno può continuare a difendersi e a proclamare la sua innocenza, non mi è piaciuto il taglio della trasmissione. È stata omessa la parte relativa alle vittime, Dina, la figlia e i familiari", dice Annamaria Busia, legale della famiglia Dore. "Non entro nel merito del processo e degli atti che hanno portato alla condanna all'ergastolo in tre gradi di giudizio", premette l'avvocato, che è stata autore della legge nazionale a tutela degli orfani di femminicidio. "Le domande sono state incalzanti solo per elementi di contorno, come la morbosità per la sua relazione extraconiugale. Rocca è stato sprezzante nei confronti degli inquirenti e lo trovo grave. Ha potuto dare dei bugiardi ai testimoni, ha dileggiato quella povera ragazza che è stata la sua amante, si è fatto beffa delle vittime". Soprattutto - sottolinea - "le vittime non comparivano nella trasmissione".

Pensa ad alcuni sms rivolti a Dina e alla figlia rimasti fuori dalla tv. Parole irripetibili, anche fuori dallo schermo. "Alle vittime dedico sempre il massimo, doveroso rispetto, ma il format di 'Storie maledette'- spiega Franca Leosini - non contempla la partecipazione dei parenti, né degli avvocati di parte civile. Non rifaccio processi: cerco solo di capire cosa abbia portato il mio interlocutore a cadere nel vuoto di quella maledetta storia".

Marilena Orunesu

© Riproduzione riservata