Era il 1962, giorno di Natale, quando Basilia Scaffidi Lallaro accoglieva tra le lacrime la bara del suo fidanzato e promesso sposo, Carmelo Natoli Scialli, 29 anni, carabiniere ucciso in un conflitto a fuoco dai banditi mentre prestava servizio nella stazione di Orgosolo.

La bara rientrava nel paese natale dei due, Piraino, nel Messinese, e Basilia - all'epoca 28enne - era inconsolabile.

La donna, che oggi ha 85 anni e risiede a Genova, è andata ad Orgosolo per scrivere la parola fine su quella tragedia che le ha segnato la vita e che non è mai riuscita a mettersi alle spalle. Nonostante un felice matrimonio e una figlia che l'ha accompagnata in questo viaggio in Sardegna.

Basilia è arrivata sino alle campagne di Urgurui, dove il suo promesso sposo è stato ucciso in un conflitto a fuoco, e ha deposto un mazzo di fiori nel punto in cui il suo uomo ha perso la vita.

"Ci amavamo tanto sin da quando eravamo ragazzini, aspettavamo di compiere 30 anni per sposarci. Ma il destino ha deciso altro per noi", racconta la donna.

Che poi parla di quel "vuoto incolmabile" e del "peso di quella tragedia che mi ha segnato per sempre".

"Sono voluta venire a Orgosolo prima che la salute mi abbandoni, per immergermi nel luogo in cui Carmine ha passato le ultime ore di vita, per sentire l'aria che ha respirato prima di morire e deporre un mazzo di fiori dove ha versato il suo sangue. Ora mi sono liberata di un peso".

All'epoca i conflitti a fuoco nella zona erano all'ordine del giorno, e Carmelo Natoli Scialli non è l'unico carabiniere caduto.

(Unioneonline/L)
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