Partecipatissima manifestazione questa mattina per le vie di Gonnosfanadiga.

Un lungo corteo aperto dai bambini delle scuole elementari e chiuso da decine di mezzi agricoli ha invaso gioiosamente le vie principali del paese, dove tutte le serrande erano abbassate, per mostrare solidarietà ai pastori. Al termine del corteo è stato lanciato un appello dagli allevatori, che hanno ringraziato la cittadinanza per il sostegno ed esortato i rappresentanti politici a farsi portavoce delle loro istanze.

Questo il testo del messaggio letto da Gianfranco Usai: "Come dice uno striscione noi siamo la testimonianza del nostro passato pastorale, ma senza il nostro lavoro non ci può essere futuro. Un futuro per tutto il settore agroalimentare, che è fondamentale per la vita stessa di ogni persona, perché riguarda la nostra alimentazione. Noi siamo vittima di speculatori che si vogliono arricchire con il prodotto del nostro lavoro e del sacrificio dei nostri animali. A differenza loro non ci vogliamo arricchire, ma noi chiediamo soltanto ciò che è un nostro diritto: vederci pagato il giusto il frutto del nostro sudore, senza ricatti e senza subire la concorrenza di latte che arriva addirittura da fuori Sardegna".

"Purtroppo in queste condizioni non è più possibile continuare a fare il nostro lavoro con dignità, perché questa situazione è nient'altro che sfruttamento. Le manifestazioni di questi giorni hanno messo in evidenza tutta la nostra disperazione, che ha portato molti a disperdere per le strade il frutto del nostro sudore e il dono dei nostri animali. Tutto questo è comprensibile, anche se noi, a Gonnosfanadiga, per primi abbiamo lanciato un'altra forma di protesta, regalando il latte e i suoi prodotti, condividendo con i cittadini non solo la nostra battaglia ma anche i gesti della trasformazione del latte, legati al prodotto del nostro lavoro. Noi siamo figli della terra, e ringraziamo tutta la nostra comunità, che ha un forte legame con la pastorizia, per il sostegno che ci sta dimostrando. Un sostegno che chiediamo anche ai nostri rappresentanti, perché per loro è un dovere farsi portavoce e sostenerci nella nostra battaglia."
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