Altre novità emergono dalle indagini sulla morte di Manuel Careddu, il 18enne di Macomer brutalmente ucciso e trovato morto a Ghilarza.

Una delle armi utilizzate dagli assassini per colpirlo è stata trovata: una picozza, che si trova ora nelle mani del Ris di Cagliari per verificare eventuali tracce biologiche.

L'altra, una pala, è invece impossibile da recuperare: sarebbe infatti stata in parte bruciata e in parte gettata in una discarica.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Careddu è stato infatti colpito prima con la piccozza, ma non è stato ucciso e, forse, neanche ferito perché l'arnese sarebbe stato usato di piatto e non di punta. Poi è stato raggiunto da diversi colpi di pala, che lo hanno finito.

Ad emergere dalle indagini dei carabinieri di Oristano e Ghilarza anche altri dettagli: il cadavere, in un primo momento sotterrato a pochi passi dalle rive del lago Omodeo, è stato successivamente trasferito in un podere a Ghilarza. Ed è stato prima messo in un bidone e poi caricato sulla Fiat Punto della sorella di Christian Fodde, uno dei sei indagati. Come la pala, anche il bidone è tuttavia stato distrutto.

Da oltre un mese, con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato, si trovano in cella sei ragazzi, due dei quali minorenni. Lo scorso 10 ottobre è finito dietro le sbarre Cristian Fodde, 20 anni, insieme a i coetanei Riccardo Carta e Matteo Sanna e due 17enni.

Nicola Camboni, invece, è stato incarcerato successivamente con l'accusa di soppressione di cadavere.
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