Uno dei pastori che aderiscono alle proteste di questi giorni per il prezzo del latte parla di "disperazione assoluta".

Michele Coccolone, allevatore di origini fonnesi con azienda nella zona di Villacidro, ieri era a Cagliari in attesa degli esiti del tavolo per il latte all'assessorato ma "non si smuove niente".

È arrabbiato anche con i suoi colleghi?

"Per me è importante protestare ma senza creare disagio a nessuno. Dobbiamo aprire i refrigeratori, disperdere il latte nelle fogne o trasformarlo in formaggio, come farò io. Quello che chiedo agli altri è di non creare conseguenze alle altre persone".

Come l'episodio accaduto qualche giorno fa a Villacidro?

"Un gesto di disperazione: se li avessero presi li avrebbero arrestati. Non condanno né approvo, di sicuro non riuscirei a farlo io in prima persona, non avrei il coraggio, anche se mi sarebbe convenuto. Mi limito ad aprire le mie cisterne, a casa mia".

La protesta intanto si allarga.

"Gli allevatori che sono con noi si moltiplicano. Non dobbiamo più conferire il latte, visto che ce lo pagano come immondizia".

Qual è la vostra situazione?

"C'è gente che non riesce a pagare il pane, gli studi per i propri figli. Si rende conto che ho un'azienda che vale un milione di euro e non posso mandare i miei ragazzi a scuola? Qui da anni e anni stiamo regalando il latte, siamo l'ultima ruota del carro".

Come finirà la trattativa con gli industriali?

"Per ora tutto fermo, non si smuovono dai 60 centesimi al litro, che è il prezzo che attualmente ci pagano".

E voi?

"Continueremo a protestare. Anche se c'è sempre il rischio della strumentalizzazione, anche politica".

Cioè?

"Non dobbiamo partecipare a riunioni politiche o organizzate da esponenti politici su questo tema. Io non voto per nessuno e non vogliamo essere legati alle associazioni di categoria. Siamo un comitato spontaneo di allevatori. Niente destra o sinistra, non ci interessano".

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