"Il nuovo Dpcm per la Sardegna è una condanna a morte": in 40 minuti di videoconferenza il sindaco di Olbia Settimo Nizzi ha sferrato un durissimo attacco al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

"Pensavamo seriamente che dal quattro maggio si potesse, con le cautele del caso, ripartire", ha esordito Nizzi. "Oggi scopriamo che potremo muoverci all'interno della stessa regione, ma per i soliti motivi, sanitari o di urgenza con l'aggiunta della visita ai parenti".

Il sindaco chiede al governatore Christian Solinas una decisa presa di posizione: "La situazione della Sardegna non è quella della Lombardia e non possiamo avere le stesse regole". Le critiche riguardano sia l'aspetto politico che quello economico.

"GRAVISSIMO" - "Quello che sta succedendo - incalza il sindaco - è gravissimo. Era tollerabile nell'immediato ma non si può continuare a prendere questo tipo di provvedimenti con un dpcm. Abbiamo ancora un Parlamento e mi auguro che si faccia sentire".

Nizzi sostiene la libertà di movimento nell'immediato dentro la regione senza limitazioni. "Non c'è coraggio neanche nelle piccole concessioni. Si possono aprire i parchi ma è demandata ai sindaci l'eventuale chiusura in caso di necessità Non possiamo metterci a fare i conta persone. I cittadini italiani sono persone mature".

IL CROLLO ECONOMICO - La preoccupazione maggiore di Nizzi, sindaco di una città con un'economia basata sugli investimenti privati e su turismo, servizi e trasporti, è per l'occupazione. "A cosa serve aprire le imprese manifatturiere se i negozi restano chiusi? Ma soprattutto se le persone non hanno i soldi per mangiare?".

In Comune sono migliaia le richieste di aiuto provenienti anche da commercianti e imprenditori messi in ginocchio dall'emergenza. Le richieste riguardano quindi una riapertura delle attività e anche dell'aeroporto. Per quanto riguarda i locali, c'è uno studio per consentire, dove possibile, maggiori spazi all'aperto per chi non ne ha abbastanza all'interno.

I RISCHI SOCIALI - I dati dei controlli, comunque, dipingono una città disciplinata: ieri su 53 verifiche neppure una sanzione. E sono incoraggianti i dati dei contagiati scesi a cinque.

"Sono un medico e non ho mai sottovalutato il rischio sanitario", conclude il sindaco di Olbia. "Ma i dati oggi ci dicono che dobbiamo ripartire. Altrimenti, per la disperazione, si rischia la disobbedienza civile".
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