I finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno sequestrato ad Arzachena una villa dell'imprenditore Danilo Coppola, immobiliarista coinvolto in passato nell'indagine sui "furbetti del quartierino".

Valore dell'immobile, circa 15 milioni di euro.

Il sequestro è arrivato in contemporanea con l'avviso di conclusione indagini notificato a Coppola e ad altri sei indagati per bancarotta.

L'inchiesta della Procura capitolina ha fatto emergere delle anomalie in alcune operazioni commerciali di Faber immobiliare, società fondata da Coppola e dichiarata fallita nel 2017, quando non è stata più in grado di onorare debiti per oltre 12 milioni di euro.

L'azienda era stata utilizzata per la "strana" compravendita di un complesso immobiliare a Velletri, acquistato da un società del gruppo a 12 milioni e rivenduto lo stesso giorno a una terza impresa con valore quasi raddoppiato (23 milioni).

Circa 7 milioni incassati dalla Faber, secondo gli inquirenti, sono stati poi trasferiti su un conto in Svizzera proprio per finanziare l'acquisto della villa di Arzachena, nota come Villa Renè, con annesso un terreno di circa 12.500 metri quadrati. La compravendita, formalmente effettuata da una società riconducibile a Coppola, veniva conclusa con la controparte straniera tramite pagamento di circa 3,5 milioni di euro previsti per contratto, più altri 7 milioni "in nero", bonificati su conti elvetici.

(Unioneonline/L)

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Accogliamo la nota inviata da Danilo Coppola:

"Ci si domanda perché le cose in Italia non funzionino. Come sia possibile ad esempio che una persona come me che paga più di 200 milioni di euro al fisco possa essere considerato un evasore.

La villa in Sardegna non è mai stata mia, la stessa è stata acquistata 15 anni fa dalla mia ex moglie, e ciò è risultato almeno da 5 processi diversi che ho subito. La Villa era stata sequestrata già nel 2007, sempre dalla procura di Roma, per gli stessi reati che oggi mi contestano e vengono divulgati erroneamente.

Nel sequestro del 2007 veniva contestato il riciclaggio all’amministratore della società proprietaria della villa, Seasi srl, e l’appropriazione indebita per 7 milioni di euro alla mia persona.

L’amministratore della Seasi srl è stato assolto con formula piena da tale reato e io ho rinunciato alla prescrizione del reato di appropriazione che mi veniva contestato e successivamente sono stato assolto.

Questo calvario è terminato a maggio del 2019, pochi mesi fa, e la villa è tornata nelle disponibilità di Silvia Necci dopo che per 15 anni era stata bloccata.

Adesso sempre la procura di Roma ripropone lo stesso sequestro per gli stessi motivi, senza aver preso ben visione di tutti gli atti inerenti sia alla Seasi srl sia alla Faber srl per la quale contestano a me altri reati.

In merito mi rivolgo al ministro della Giustizia che prenda visione di tutti i documenti, molti dei quali, i più importanti che dimostrano l’infondatezza dell’accusa e del sequestro, nonostante siano presenti negli atti, non sono stati presentati al gip inducendolo in errore e facendogli emettere un sequestro basato su documentazione parziale presentatagli".

Danilo Coppola
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