L'ultima sciocchezza risale a qualche mese fa: un furto di capi di abbigliamento e gamberoni surgelati caricati a bordo di un'auto rubata. Nel portabagagli era stata sistemata anche una bicicletta che però il fratello del ladro era riuscito a restituire al proprietario pubblicando un annuncio su Facebook. «Nostro padre ci ha insegnato che la roba degli altri non si tocca», aveva spiegato, «spero possa servire di lezione a mio fratello». Accadeva a dicembre. Ma quel fratello da ieri non c'è più: spinto da chissà quale disagio interiore, poco prima dell'alba ha afferrato una lametta comprata per radersi e, puntandola alla gola, ha mandato definitivamente in archivio i suoi problemi. I due compagni di cella dormivano e si sono accorti troppo tardi di quanto era accaduto. I medici hanno potuto solo accertarne la morte, mentre già erano stati avvisati il direttore del carcere e l'autorità giudiziaria.

Una vita complicata

L'uomo era originario di Cagliari. Nel suo passato diversi episodi di piccola delinquenza, niente di particolarmente allarmante né pericoloso ma sufficiente a costargli più volte l'ingresso a Uta. Avrebbe finito di scontare l'attuale pena nel 2022, in attesa della definizione di altri procedimenti ancora in corso. Non c'è stato il tempo. Una delle prime notizie risale al 2010, quando era stato trovato nelle campagne quartesi a bordo di un'auto rubata a Settimo; quattro anni dopo era stato denunciato a Sassari per il danneggiamento di fioriere e arredi urbani in piazza Italia; nel 2015 era stato bloccato a Cagliari dopo aver sottratto il cellulare dalle mani della proprietaria di un bar; lo scorso 21 dicembre era stato accusato di aver messo a segno nel capoluogo due furti in un negozio e in un appartamento mentre già era agli arresti domiciliari, così la Polizia l'aveva arrestato per evasione, furto, ricettazione, indebito utilizzo di carte di credito. Il giorno seguente, rimandato ai domiciliari, era stato visto e bloccato in piazza Yenne. Ed era finito nuovamente in cella.

L'episodio finale

Il 28 dicembre l'ultimo atto. Ricevuta la richiesta di aiuto da una donna alla quale era stata rubata l'auto, la Polizia l'aveva subito cercato intercettandolo al bivio della Statale 554: vista la Volante, si era diretto verso il Margine Rosso ignorando l'alt di un mezzo della Polizia Stradale, ma poco prima di una svolta aveva perso il controllo del veicolo andando a sbattere su una macchina parcheggiata a bordo strada. Inutile il successivo tentativo di scappare a piedi: era stato bloccato e arrestato. Da allora era in cella. A inizio gennaio il fratello era riuscito a restituire la bici e aveva sperato che «mio fratello, una volta fuori dal carcere possa trovare un lavoro e dimenticare questo brutto periodo». Ieri il peggiore dei finali.
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