La lampada a carburo racchiusa nel simbolo della Città di Carbonia irrompe nel protocollo della Provincia del Sud Sardegna sotto forma di carta intestata. La missiva è austera come una clava, sintetica ed efficace. La posta elettronica certificata del Comune minerario inforca il server dell'ente intermedio con la data del 16 marzo. L'oggetto del contendere è esplicito: discarica Riverso. Una lettera senza troppi fronzoli che non lascia spazio a sotterfugi. Carbonia, nella partita della montagna dei veleni, non è una comparsa e non lo vuole diventare. La titolarità territoriale su quell'insediamento sul Monte Onixeddu è tutta dell'amministrazione comunale sulcitana che ha il peso di quel mostro di rifiuti proprio all'interno dei confini comunali. E non è un caso che il primo cittadino di Carbonia abbia disertato la parata della Riverso della scorsa settimana.

Il silenzio

Nel municipio di piazza Roma da settimane non facevano altro che sollecitare risposte compiute sulla situazione della discarica di Serra Scirieddus, non chiacchiere ma atti concreti. Sino a lunedì scorso, quando il primo cittadino Paola Massidda e l'assessore all'ambiente Gian Luca Lai hanno deciso di reiterare con toni perentori la richiesta. E il tono è di chi si è stancato di attendere: «La presente - scrivono i due amministratori - per rappresentare che, con riferimento alle precedenti note in oggetto e che si allegano alla presente, dove si chiedevano notizie e rassicurazioni in merito al rispetto dell'autorizzazione in essere da parte della Riverso S.p.A., con riferimento ai rifiuti di provenienza extraregionale, le stesse ci risultano a tutt'oggi non riscontrate». Da quasi tre mesi il Comune di Carbonia chiedeva risposte sul trasporto di rifiuti provenienti da altre regioni italiane verso il proprio territorio comunale. Nessuno, dalla Provincia gli ha mai risposto, nonostante l'ente intermedio abbia la titolarità autorizzativa sulla discarica. C'è di più. Il Sindaco e l'assessore nella missiva alla Provincia, di cui siamo in possesso, richiamano una risposta rimasta sconosciuta inviata dalla Regione al Comune di Carbonia. Nel pieno dell'inchiesta del nostro giornale sui rifiuti extraregionali la Direzione generale della Difesa dell'ambiente metteva nero su bianco la propria posizione sui rifiuti continentali spediti nell'Isola. Lo fa in maniera puntuale richiamando le lettere inviate negli ultimi tre anni alla Provincia del Sud Sardegna sulla questione. Il Comune di Carbonia riporta la posizione della Regione nella lettera urgente inviata due giorni fa all'ente intermedio.

Il No della Regione

In pratica la Direzione regionale dell'Assessorato dell'Ambiente riferisce di essersi pronunciata esplicitamente in più occasioni, citando le lettere inviate alla Provincia ad ottobre del 2019, novembre 2018, settembre 2020 e marzo 2019. E' il Comune di Carbonia ad esplicitare la posizione della Regione: «Gli uffici regionali, nelle note sopra richiamate, hanno rimarcato il fatto che il Piano Regionale dei Rifiuti prevedesse di destinare le autorizzazioni alle costruzioni, ampliamento, esercizio di impianti di stoccaggio definitivo al conferimento dei rifiuti prodotti nel territorio regionale». Dunque, anche prima della delibera del 27 novembre del 2020, la Regione aveva messo nero su bianco il divieto di conferire rifiuti extraregionali. Un passaggio che smentisce la posizione della Riverso che sosteneva di operare in un'area autorizzata precedentemente al divieto della Regione. Peccato che viale Trento avesse già dichiarato, già dal 22 novembre 2018, il divieto di portare rifiuti continentali in quella discarica. La missiva della Regione era chiara: il Piano regionale dei rifiuti vieta il conferimento in Sardegna di rifiuti extraregionali. Nella lettera inviata dalla Regione al Comune di Carbonia i dirigenti regionali aggiungono una postilla ancora più incisiva: «La variazione del bacino di conferimento da regionale ad extraregionale, rispetto a quanto previsto in fase di valutazione impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale, costituisce variante sostanziale dell'autorizzazione».

Nessuna autorizzazione

Per poterli accogliere, scrive la Regione, serve una variante sostanziale, che non c'è mai stata. Dunque, divieto assoluto di conferire in Sardegna ogni genere di rifiuti provenienti dal nord e centro Italia, a maggior ragione se pericolosi. Sindaco e assessore non accettano più il silenzio della Provincia e chiedono risposte immediate. «Si chiede - scrivono gli amministratori di Carbonia - di conoscere se codesta amministrazione abbia adottato dei provvedimenti o se vorrà adottarne nel breve periodo, ovvero se ritenga rispettoso dell'Autorizzazione Integrata Ambientale il modo di agire della Riverso S.p.A.». «Tale richiesta - concludono Paola Massidda e Gian Luca Lai - evidenzia carattere di urgenza in quanto i cittadini di Carbonia, evidentemente preoccupati al pari degli scriventi, necessitano di tutte le rassicurazioni necessarie da parte dell'ente autorizzatorio e di controllo circa la corretta gestione di rifiuti all'interno della discarica Riverso».

Camion "canarini"

Al Porto di Cagliari, intanto, non si ferma lo sbarco dei veleni provenienti dalla Penisola e destinati alla discarica di Carbonia. Dopo la pubblicazione sul nostro giornale delle foto di decine di tir, parcheggiati nel molo di via Riva di Ponente, carichi di centinaia di sacchi bianchi ben in vista con il simbolo dell'amianto e di rifiuti pericolosi, adesso i viaggi di veleni hanno cambiato vestito. Nascosti e sparpagliati in tutto il porto si intravvedono decine di tir ricoperti da teloni gialli. I rimorchi rossi, gli stessi, stesse targhe e stessi codici di riconoscimento della scorse settimane, questa volta vestiti da "canarini". Sul contenuto dei sacchi già portati in discarica, intanto, si attendono le analisi dell'Agenzia Regionale.

Terre pericolose

Di certo dalla visita ispettiva straordinaria dell'Arpas nel sito di Serra Scirieddus sono già emerse delle conferme: tra i sacchi provenienti dal nord e centro Italia c'erano i codici «EER 170503: terre pericolose contenenti sostanze pericolose (eternit)». Tutto interrato a Monte Onixeddu. I camion ora viaggiano vestiti di giallo, ma sono sempre rossi e carichi di veleni.

Mauro Pili
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