Quasi due ore di requisitoria per chiedere la conferma in Appello delle condanne di primo grado per i tre maggiorenni all'epoca dei fatti accusati dell'omicidio di Manuel Careddu, il diciottenne di Macomer ucciso sulle rive del lago Omodeo, per un debito di 500 euro legato a una partita di droga leggera che la vittima pretendeva di incassare da una sua amica minorenne che poi l'avrebbe attirato in una trappola.

In abbreviato il Gup di Oristano aveva inflitto l'ergastolo a Christian Fodde, trent'anni di carcere a Riccardo Carta e sedici anni a Matteo Satta, ventunenni di Ghilarza accusati di omicidio volontario premeditato e pluriaggravato da futili motivi, occultamento e soppressione di cadavere (quest'ultimo reato non è contestato a Satta).

E oggi la pg Liliana Ledda ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado davanti alla Corte d'assise d'appello di Cagliari presieduta dal giudice Massimo Poddighe.

Alla prossima udienza parleranno gli avvocati di parte civile e in seguito i difensori Aurelio Schintu, Angelo Merlini e Antonello Spada.

Fodde è colui che, secondo l'accusa, avrebbe architettato il delitto e che poi ha ucciso Manuel colpendolo prima con una piccozza e poi con una pala. La difesa ha sempre insistito sul fatto che le capacità di Fodde fossero alterate dall'uso di sostanze stupefacenti, ma anche oggi la Corte ha rigettato la richiesta di una perizia psichiatrica. In Appello era già stata confermata la condanna a 16 anni di carcere nei confronti dei due giovanissimi, lei 18enne lui 19enne, minorenni all'epoca dei fatti, che avrebbero fatto parte del branco.
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