Un piano organizzato nei dettagli, attuato con costanza e dovizia di mezzi (utilizzo di sim intestate a terzi, diffusione di fotomontaggi, capillare azione di screditamento attraverso numerosissimi incontri e conversazioni) e poi un bombardamento di messaggi che hanno portato la vittima sul baratro della depressione. È l'azione denigratoria (secondo il pm dai pesantissimi effetti) che la Procura di Tempio attribuisce ad un professionista olbiese, accusato di avere demolito l'immagine pubblica della moglie, con una prolungata e incessante denigrazione che, sempre stando alle indagini, va avanti dagli inizi dell'anno. Una storia terribile, oggetto di un'inchiesta affidata ai Carabinieri della Stazione di Olbia Centro. I militari, coordinati dal colonnello Davide Crapa, hanno già eseguito una prima importante attività disposta dal pubblico ministero Laura Bassani. Nei giorni scorsi, il personale dell'Arma ha sequestrato il telefono dell'uomo e alcune sim intestate a stranieri, che, in qualche modo, si sono prestati alla diffamazione.

Il tradimento

La presunta vittima è stata già inserita nei protocolli del cosiddetto Codice Rosso, ossia le disposizioni a tutela delle donne abusate e stalkerizzate. In realtà anche un altro familiare del professionista indagato risulta persona offesa. I fatti sui quali lavorano i Carabinieri sono iniziati nelle prime settimane di quest'anno. A quanto pare la vittima scopre un presunto tradimento del compagno. Da quel momento per lei inizia l'incubo. La donna, sempre stando alle indagini, si trova improvvisamente dentro una situazione angosciante. Dopo qualche tempo viene avvertita da familiari e amici, a Olbia circolano foto e chat che la riguardano. Alla vittima vengono attribuiti incontri con numerosi uomini, molti dei quali indicati con nome e cognome (quindi a loro volta presunte vittime di diffamazione).

Inoltre da numerose utenze, tutte intestate a giovani stranieri, partono messaggi dal contenuto irrepetibile, indirizzati a parenti e amici della vittima. Il contenuto delle chat, attribuite all'indagato, dava a intendere che che ci fosse una frequentazione tra i titolari delle sim e la donna. Adesso tutto è al vaglio dei pm. La donna è assistita dagli avvocati Marco Petitta e Paola Deiana.

Andrea Busia

© Riproduzione riservata