Negli anni Settanta era il mezzo viaggiante dei figli dei fiori: la benzina costava poco e consentiva di partire in compagnia per tutta l'Europa, dormendo alla meno peggio nei lunghi sedili comodi come materassi. In tanti arrivarono sull'isola di Wight per il concerto di Bob Dylan e Joe Cocker alla fine dell'agosto del 1969 a bordo del pulmino più famoso al mondo.

Ma il successo del Bulli Volkswagen (acronimo di Bus, cioè pulmino, e Lleferwagen, furgone) dura sino a oggi. Ricercatissimo non più solo per la versatilità e lo stile, ma principalmente dai collezionisti perché negli anni è diventato un oggetto di culto dalla vecchia Europa sino all'America, anche grazie a una succursale messicana e a una brasiliana della casa tedesca dove sono stati costruiti dalla fine degli anni 70 al 2013.

Nome in codice T2, il Bulli (entrato in produzione nel 1949 ha ereditato il motore del T1, cioè del Maggiolino) conta molti appassionati anche in Sardegna. C'è un gruppo di esperti che organizza raduni e incontri, l'epilogo è quasi sempre lo stesso: grigliata, chitarra e notte all'addiaccio.

Massimo Atzori, 62enne agente di commercio cagliaritano, è uno dei promotori degli incontri dei Bulli e felice proprietario di un T2 bicolore oggi in fase di restauro: "Ho trovato un carrozziere a Olmedo che lo sta rivedendo completamente: non gli ho messo fretta, si prenderà tutto il tempo necessario per farlo ritornare al suo antico splendore". La ricerca di un Bulli, spiega Massimo Atzori, non è facile: "Io l'ho acquistato dieci anni fa in Italia. Se ne trovano parecchi nel Nord Europa, ma è preferibile evitare la Germania perché sono quasi tutti molto rovinati dalla ruggine. Se si hanno a disposizione tempo e pazienza, magari si può fare qualche affare in Inghilterra dove il modello con la guida a sinistra ha un prezzo ridotto".

Bulli è un modo di vivere e viaggiare anticonformista. "E' sinonimo di libertà, comodità, compagnia: non si deve avere fretta, si deve coltivare il gusto di scegliere la compagnia giusta per un viaggio senza tempo e con i confort. Il mio è attrezzato come pulmino, siamo partiti anche in dieci-dodici, ogni volta è una festa. Mi è stato richiesto in diverse occasioni per cerimonie, la più singolare quando due sposini hanno voluto come ospite d'onore il bellissimo cane labrador che faceva già parte della famiglia. Possiamo farlo salire sul pulmino, mi hanno chiesto? Certo, ci mancherebbe".

Ogni anno in Sardegna c'è il tradizionale incontro dei T2: "Quest'anno era previsto a settembre a Costa Rei, ma la pandemia ha messo in dubbio un po' tutta l'organizzazione. Speriamo di ritrovarci, è sempre un piacere". Una trentina i Bulli presenti nell'isola: "Ci si scambia informazioni su restauri, lavori, pezzi di ricambio, acquisti, vendite. Con la consapevolezza che i pulmini Volkswagen sono sempre più rari e soprattutto costosi. Oggi l'acquisto e il restauro può essere considerato un investimento".

Basta dare uno sguardo alle quotazioni sulle riviste specializzate come Ruoteclassiche oppure su Internet nei siti di inserzioni on line come Subito, altrimenti nelle aste organizzate sul web da Catawiki e Dorotheum (dove alcuni esemplati possono arrivare a quotazioni elevatissime, anche oltre 100 mila euro). Per un Bulli da restaurare, modello T2, i più ricercati, si parte da almeno 10 mia euro, con una consapevolezza e una certezza: il restauro a regola d'arte con pezzi originali è molto oneroso ma alla fine si arriva a possedere un mezzo che è una sorta di assegno viaggiante, che si può rivendere agli appassionati recuperando il denaro speso, senza specularci, ovviamente, soprattutto di questi tempi (si parte da 30mila euro in su). "Ci sono tante scuole di pensiero riguardo al restauro - prosegue Massimo Atzori - c'è chi cerca di recuperare persino le rondelle originali, chi apporta piccole modifiche, chi li rivisita integralmente, trasformandoli in camper per lunghi viaggi. Ci sono poi alcuni che li modificano integralmente: nel Nord Europa ci sono anche gare sui circuiti della Formula Uno riservati a Bulli con motore Porsche biturbo da 522 cavalli. Veri e propri mostri se si pensa che il mio monta un 50 cavalli".

Quella di Massimo Atzori con i pulmini Volkswagen è una lunga storia d'amore: "Ne ho già avuti tre, questo è il quarto. Negli anni 80 ho anche visitato il Marocco con il mio Bulli: senza satellite, senza telefonino, armati di mappa, fantasia e giovinezza". Frasi che tradiscono l'anima dell'agente di commercio cagliaritano, l'unico professionista del settore probabilmente al mondo che usa come auto per il suo lavoro "un vecchio camper" e che si definisce con un sorriso "un conservatore seriale di oggetti di uso comune e di modernariato". Ideali compagni di cammino del suo Bulli.
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