Il consumo del suolo rallenta in Sardegna, ma in alcune zone ci sono segnali che vanno in senso contrario.

E' quanto rileva il rapporto Ispra del 2020, che pone l'Isola tra le Regioni con il più basso incremento di superfici "invase" artificialmente".

Il consumo di suolo è pari a 79.116 ettari, il 3,28% del territorio regionale, con un aumento dello 0,21% rispetto al 2018

Restano sotto la soglia del 3% di consumo Sud Sardegna (2,8%) e Nuoro (2,3%), mentre spiccano - in termini di aumento percentuale - i dati della provincia di Cagliari (+0,98%).

E c'è dell'altro. Il secondo comune italiano per consumo di suolo nel 2019 dopo Roma (con 108 ettari) è Uta, comune con meno di 10mila abitanti dove l'anno scorso c'è stato un incremento di quasi 58 ettari rispetto al precedente. "Un dato - si legge nel rapporto - dovuto all'ampliamento di superfici destinate all'installazione di pannelli fotovoltaici a terra su aree precedentemente agricole".

Va registrare un importante aumento un'altra località del Cagliaritano (+34 ettari), anche qui per via dei pannelli fotovoltaici. Sono 18 gli ettari in più consumati a Olbia.

In termini assoluti, la città sarda con più ettari di suolo consumati è Sassari con 4.080. Seguono Olbia (2.879) e Cagliari (2.024).

(Unioneonline/L)
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