La proposta di legge d'iniziativa popolare per il riconoscimento del principio d'Insularità nella Costituzione, grazie alle 200mila firme raccolte dal Comitato, in Sardegna e nella Penisola, è finalmente entrata nell’aula della Commissione affari costituzionali del Senato.

E oggi, a Roma, un momento importante, con l'audizione dei rappresentanti del comitato - movimento di opinione trasversale o "di popolo", come il presidente Roberto Frongia ha voluto definirlo perché nato dal contributo di schieramenti politici, imprese, associazioni di categoria, cultura, sport, università - proprio in Senato.

"C'è un'incompiuta costituzionale che bisogna affrontare immediatamente – ha spiegato Maria Antonietta Mongiu, fra i fondatori del comitato, alla vigilia dei lavori -, soprattutto se si considera che la commissione riprende i lavori affrontando questo fondamentale tema mentre dall'altra parte abbiamo un Piano Colao in cui la Sardegna sparisce".

Oltre alla Mongiu e a Frongia presenti altri membri del comitato, fra cui Andrea Pubusa, Enrico Altieri, Omar Chessa, Giovanni Lobrano e Franco Siddi.

LA MODIFICA - Il testo da cambiare è un comma dell’articolo 119 della Costituzione, con un ritorno, in sostanza, al federalismo fiscale e al 2013, quando l’insularità era a tutti gli effetti considerata, anche solo sulla carta, uno svantaggio.

Oltre al recupero di quello status, obiettivo è però poi, come ricordato subito in apertura di lavori da Omar Chessa, dell’Università di Sassari, la riscrittura dell’articolo 119, che già al suo quarto comma prevede di destinare interventi speciali e risorse aggiuntive a favore di comuni, province e città metropolitane in condizioni di particolare svantaggio, anche naturale. In particolare, Chessa ha specificato come ai diritti fondamentali dell’individuo dovrebbero essere sostituiti i diritti fondamentali e costituzionali della persona, e quindi del singolo inserito in una formazione sociale.

Opportuno poi inserire nel testo di riforma, sempre secondo Chessa, un riferimento al "principio di leale collaborazione fra enti territoriali a sostegno dell'insularità".

GLI INTERVENTI - Piena condivisione proprio su questo punto anche da Giovanni Lobrano, dell'Università di Sassari, che ha sottolineato ulteriormente l'importanza della collaborazione fra Stato ed enti territoriali.

Franco Siddi, presidente Confindustria radiotelevisione, ha sottolineato il tema dell'isolamento, e la richiesta di modifica del principio della Costituzione che nasce come "atto di amore dell'isola per lo Stato e l'Europa". Secondo Siddi fondamentale per la Sardegna, così come per tutte le isole europee, il raggiungimento di una parità in termini anzitutto "di trasporti ed energia, la cui inadeguatezza ostacola anche le attività produttive locali", e poi "un'accelerazione perché in questa legislatura si possa arrivare a compimento del processo e che le leggi dello stato già previste possano trovare attuazione".

Roberto Frongia, presidente del Comitato, ha sottolineato come la regione Sardegna desideri "riaffermare la propria identità scippata con la riforma del 2001". Ciò che chiedono comitato promotore e comitato scientifico sono dunque le "pari opportunità", e cioè le stesse opportunità che hanno altri cittadini che vivono nel resto del Paese e in Europa.

Frongia ha poi snocciolato gli indici di dotazione infrastrutturale elaborati dall’Istituto Tagliacarne, che vedono l'Isola in una posizione di totale svantaggio rispetto ad altri territori: sulle strade, ad esempio, l'indice è pari al 43,88%, il pù basso raffrontato alla media nazionale e al resto delle aeree geografiche (88,17% nel Mezzogiorno, 111,19% nel Nord Ovest). E sulle ferrovie scende addirittura al 17,39%, contro il dato medio che al Sud, il più basso nel Paese, è pari al 76,28%. Per la telefonia l'indice si ferma al 44% (contro il 96,79% del Mezzogiorno e il 112,80% del Nord Ovest), nei servizi bancari al 38,95% (contro il 64,99% del Mezzogiorno e il 135,25% del Nord Ovest).

Maria Antonetta Mongiu, presidente del comitato scientifico, ha ricordato lo straordinario impegno profuso dal comitato, con 240 sindaci coinvolti e le 200mila firme raccolte, e ha ricordato come da un punto di vista culturale sia iniziato un "percorso di autocoscienza civile, la presa di coscienza di una storia importante". "La geografia ha inventato la Sardegna, la sua storia e la sua condizione nella contemporaneità - ha spiegato - ma la costituzione tiene conto di questa cosa? Non abbiamo pari diritti allo studio, non abbiamo pari diritti alla salute?". "Non vogliamo diventare ed essere una cosa diversa all'interno del Paese", la conclusione.

Intervenuto nel dibattito anche Benedetto Torrisi, dell'Università di Catania, con una riflessione sulla situazione della Sicilia e un appunto sulla necessità di inserire "soluzioni urgenti" per lo sviluppo delle Isole, anche così come accaduto, ad esempio, per la rapida ricostruzione del ponte di Genova.

(Unioneonline/v.l.)
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