Da ormai decine di giorni il bollettino di guerra relativo al coronavirus dà segnali positivi. Guai ad abbassare la guardia. Un mantra che viene ripetuto incessantemente nei luoghi che dovrebbero essere i più sicuri, invece sono i più a rischio. A Cagliari l'ospedale Santissima Trinità è stato il primo "Covid Hospital" della Sardegna. Sei stanze con 12 posti letto (8 hanno i respiratori automatici) in Urologia. Postazioni che aggiunte alle otto della Terapia intensiva diventano 20 e salirebbero a 23 considerando l'area destinata all'ebola, da utilizzare in casi di necessità. Ulteriori nove si ricaveranno nelle stanze con la "pressione negativa", da dove cioè un sistema di aspirazione automatica espellerà il virus: sono in via di allestimento. Facendo gli scongiuri del caso, inoltre, sembra che tutto vada per il meglio. Un risultato positivo frutto del lavoro, della preparazione e del sacrificio in chi nel presidio ospedaliero del quartiere Is Mirrionis ci lavora. Il direttore sanitario Sergio Marracini fa il quadro di questi mesi intensi e alle armi messe in campo nella lotta al virus. "Dal 1 Marzo, abbiamo costituito la " Compagnia Supervisors", con al "comando" Marco Campus, medico infettivologo del Santissima Trinità, composta da 4 "Territorial Service Troops", ovvero quattro squadre speciali, addestrate per effettuare gli accertamenti territoriali a domicilio, ognuna con a capo un medico, tre sono specializzandi e uno è in forze al presidio, e 5 infermiere.

Sergio Marracini, direttore sanitario dell'Ospedale Santissima Trinità (L'Unione Sarda - Artizzu)
Sergio Marracini, direttore sanitario dell'Ospedale Santissima Trinità (L'Unione Sarda - Artizzu)
Sergio Marracini, direttore sanitario dell'Ospedale Santissima Trinità (L'Unione Sarda - Artizzu)

I dati che arrivano dai test con i tamponi sui dipendenti sono confortanti? "Sino a due giorni fa abbiamo eseguito in ambulatorio 3804. Abbiamo eseguito i tamponi su 794 dipendenti, di cui solo 1 positivo (quello della Rianimazione), compresi nel totale ci sono anche i lavoratori dell'impresa di pulizia. Il personale del Pronto soccorso e di Malattie infettive sono stati tamponati prima dell'apertura dell'ambulatorio".

E i controlli domiciliari? "A ieri sono stati eseguiti 3017 accessi domiciliari comprensivi di Cagliari Calcio, Forestali e 118 (Fenosu), Psichiatrie e Ginecologia, Centrale 118 e Carcere di Uta. I tamponi sono stati 2938, visite di controllo 56, non reperiti 23.

Non solo il capoluogo. "E' stata tenuta sotto controllo tutta la provincia di Cagliari", precisa Marracini. "Inoltre, abbiamo istituito, un "Garrison outpost", ovvero un ambulatorio presso il presidio, per monitorare il personale e i mezzi "a rischio" che operano al Santissima Trinità: medici, infermieri, oss, autisti e ambulanze. Insomma tutti coloro che vengono a contatto con pazienti Covid positivi, in modo da bloccare qualsiasi episodio di contagio. Al primo maggio, l'ambulatorio coordinato dalla caposala Antonella Cogoni a capo di quattro infermiere ha effettuato 401 tamponi riscontrando 0 Positivi".

Un successo non derivato dal caso.

"Questo eccellente risultato si deve all'alto grado di professionalità e preparazione specifica, di tutto il personale, nonché dal livello di concentrazione a cui , continuamente, in questi mesi, sono stati richiamati a tenere".

Si torna lentamente alla normalità? "Contiamo, con la dovuta cautela, di riorganizzare i processi di assistenza nei reparti, con cambiamenti nella gestione degli spazi e nella articolazione degli orari", aggiunge il direttore sanitario. "Inizieremo con i pazienti più gravi, tumorali, cardiaci, chirurgici urgenti".

Il coronavirus ha fatto cambiare le prospettive di assistenza.

"Da questa Esperienza il "Nuovo Santissima" matura considerando, non tanto "la malattia da curare", quanto il "Paziente malato", ovvero un rapporto Integrato multidisciplinare, con una "presa in carico globale".

La forza è come sempre la squadra.

"Abbiamo consolidato abitudini quotidiane di confronti multidisciplinari sia in ospedale che, nel pomeriggio, in videoconferenza, affrontando in work in progress, i protocolli terapeutici e diagnostici da adattare al singolo paziente, le procedure e i percorsi da seguire in sicurezza, e tutto questo anche con i colleghi degli altri presidi che fanno parte delle strutture che dirigo da più di un anno, ovvero ospedale Marino, Binaghi. San Marcellino di Muravera e San Giuseppe di Isili, e, in questa occasione di difficoltà, anche l'Hospice". Il Santissima Trinità è diventata una grande squadra che si appresta ad affrontare anche i tempi supplementari".

La solidarietà è stata un'arma vincente.

"Un grazie di cuore va a tutti coloro che ci hanno fatto le donazioni sia come singoli che come associazioni, oltre ai beni materiali ci hanno dato sostegno morale e coraggio, e ne abbiamo avuto bisogno".
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