Un settantacinquesimo anniversario della Liberazione diverso per i nuovi e dolorosi scenari creati dall'epidemia ma non senza voce. Anzi con la volontà di ribadire in un momento doloroso la voglia di ritrovare la normalità, i rapporti diretti con le persone e i sentimenti di condivisione e partecipazione che sono l'essenza della democrazia. Una festa da celebrare in casa, a distanza: i cortei, gli abbracci e Bella Ciao cantata tutti insieme nelle vie e nelle piazze sono atti consueti di ogni 25 aprile che però in questa primavera che poteva essere migliore non è consentito ripetere.

"Abbiamo la festa della Liberazione nel cuore - ci dice Marco Sini dell'Anpi Sardegna - e la celebriamo attraverso le piattaforme digitali per pubblicare video e foto per ricordare gli eroi della Resistenza che hanno dato la vita per la libertà di tutti noi. Festeggiamo con Bella Ciao in ogni casa, un'invasione di memoria perché i valori della Liberazione, della Repubblica e della Costituzione sono utili e preziosi soprattutto per le giovani generazioni".

L'Anpi di Cagliari nella sua pagina Facebook, nell'ambito dell'iniziativa "Io resto libero", propone nella giornata del 25 aprile, a partire dalle 10.30, una diretta video. Nel pomeriggio, alle 15, l'associazione italiana partigiani invita a liberare dai balconi di ogni casa le note di Bella Ciao.

L'Issasco, l'Istituto sardo per l'antifascismo e la società contemporanea, aderendo alla campagna social #RaccontiamolaResistenza avviata dall'Istituto Nazionale "Ferruccio Parri", celebra questo 25 aprile ricordando Giaime Pintor, giovane intellettuale di origine sarda che abbandona lo studio e i libri per affrontare la lotta partigiana e in una lettera indirizzata al fratello Luigi, perfetta sintesi di etica e impegno civile, scrive: "Musicisti e scrittori dobbiamo rinunciare ai nostri privilegi per contribuire alla liberazione di tutti".

Giaime muore, nel 1943, a 24 anni a Castelvorturno, dilaniato dall'esplosione di una mina, mentre tenta di raggiungere le formazioni partigiane. In un video curato dall'antropologo Francesco Bachis, 12 sardi, di diversi mondi professionali, leggono quella lettera che riassume le idee della Resistenza: "Non c'è possibilità di salvezza nella neutralità e nell'isolamento". E ancora: "Quanto a me ti assicuro che l'idea di andare a fare il partigiano, in questa stagione, mi diverte pochissimo, non ho apprezzato come ora i pregi della vita civile e ho coscienza di essere un ottimo traduttore (dal tedesco ndr) e un buon diplomatico, ma secondo ogni probabilità un mediocre partigiano. Tuttavia è l'unica possibilità ancora aperta e l'accolgo". "La scelta di Giaime Pintor - sottolinea Bachis - significa per lui e per un'intera generazione abbandonare una vita ordinaria e partecipare a un progetto di grande trasformazione dell'Italia. Ogni lettura è stata registrata in video con i cellulari. Gli stessi strumenti che utilizziamo in questo periodo di clausura forzata per mantenere attive le relazioni sociali precluse dall'obbligo di restare a casa".

"A 75 anni dalla fine di quella guerra che ha visto anche il sacrificio di molti sardi, il valore e l'intensità della "scelta" - spiega il presidente di Issasco Walter Falgio - restano immutati e si trasformano in strumenti e bagaglio fondamentali per ricostruire e rinsaldare tutti i giorni e in tutte le nostre manifestazioni le basi di qualunque convivenza civile: la libertà, l'uguaglianza, la pari dignità".

A questo originale reading, che trova spazio nella pagina Facebook Issasco, partecipa anche Dino Garau, il figlio di Nino, il comandante partigiano Geppe, oggi novantaseienne: "Voglio continuare a essere testimone dei valori che mio padre mi ha trasmesso. Alla base di questi valori ci sono il rispetto e la solidarietà verso tutti coloro che hanno idee e opinioni diverse dalle mie. Una società che si basa su questi principi è una società forte che può affrontare le crisi che la storia periodicamente ci presenta compresa l'emergenza sanitaria che stiamo vivendo".

Ma come vivono i giovani questo 25 aprile? "Nei ragazzi - osserva Laura Stochino, insegnante che fa parte del direttivo di Issasco - si sta sviluppando una consapevolezza nuova. Quello che sta avvenendo li spinge a prendere coscienza di far parte di una comunità e della necessità di un loro impegno civile come è avvenuto per i giovani della Resistenza".
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