La quarantena volontaria di una famiglia di sarti cinesi che, appena rientrata dal proprio Paese, si è rinchiusa nel negozio-laboratorio in via XX Settembre a Cagliari, è forse eccessiva, ma almeno testimonia che gli stessi cinesi non sottovalutano il pericolo di contagio.

Così, mentre il coronavirus continua lentamente a espandersi oltre i confini della Repubblica Popolare, conforta il fatto che gli stessi cinesi collaborano per evitare la propagazione del virus dentro e fuori i confini nazionali.

Resta però la verità più amara: gli sguardi di diffidenza dei cagliaritani quando incrociano non solo un cinese, ma qualsiasi orientale. Una paura, e spesso le paure lo sono, dettata da un'emotività priva di senso perché il coronavirus non è un organismo, per così dire, "etnico": è un virus, quindi potenzialmente contagia chi ne entra a contatto nel luogo in cui c'è, non in base alla nazionalità di chi si incontra.

Anche il rappresentante della Comunità cinese in Sardegna, Zheng-Ming XI, lancia un videoappello per evitare che si diffondano allarmismi che a torto danneggerebbero i cinesi che vivono nell’Isola.

Che un cagliaritano di ritorno dalla Cina possa essere pericoloso, mentre un cinese che da tempo non torna nel proprio Paese non lo è affatto, è una verità semplice e intuitiva. Però la paura spesso non pensa, così si arriva agli eccessi della quarantena volontaria (ma, almeno in questo caso, sono persone che sono state in Cina di recente) e ai molti cartelli "chiuso per ferie" appesi sulle serrande di alcuni negozi di proprietà di cinesi. Peraltro, l'epidemia è al momento circoscritta alla provincia dello Hubei, non a tutta la Repubblica Popolare.

Fortunatamente, in città la psicosi del cinese "untore" ha contagiato (quello sì, è un contagio) poche persone. Lo conferma Chiara Sini, mediatrice culturale della comunità cinese in Sardegna: "La situazione in Sardegna è tranquilla", ne consegue che i sardi debbano stare tranquilli. Vorrebbero esserlo anche i cinesi: "Sono preoccupati per possibili allarmismi ingiustificati, com'è avvenuto nel Nord Italia", ma almeno per il momento è tutto nella norma.
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