E poi ci sono loro, gli uomini picchiati, vessati e umiliati, spesso davanti ai figli. In nettissima minoranza, assai di rado oggetto di violenza estrema come lo è l'omicidio, ma tra le vittime di violenze domestiche esistono. Nel momento in cui, seppure con gravissimo ritardo, il Paese sembra cominciare a prendere coscienza di avere un problema assai serio - quello del femminicidio e delle violenze nei confronti di fidanzate, mogli e delle ex di entrambe le categorie -, nell'ombra piange tutti i giorni lacrime amare l'altra categoria di vittime: gli uomini maltrattati dalle mogli, conviventi o fidanzate, ex comprese e non, come spesso avviene, con semplici ricatti sugli incontri con i figli.

Impossibile capire quanto il fenomeno sia esteso: chi lo conosce, perché lavora a contatto con le famiglie problematiche, assicura che è una faccenda ben più seria di quanto si possa affermare, ma non misurabile perché le denunce alla magistratura o alle forze dell'ordine sono rarissime. "L'uomo si vergogna con gli amici e con i volontari, ancor di più con le forze dell'ordine", rivela Marinella Canu, presidente dell'associazione "Luna e sole" di Cagliari, che assiste molte decine di vittime di violenza domestica. "Consapevole della propria forza fisica maggiore, in molti casi totalmente incapace di reazioni violente perché non sono nella sua cultura personale o nel suo temperamento, sa anche che una reazione lascerebbe segni sulla partner, poi impossibili da spiegare come difesa da un attacco. Perché nei casi di uomini picchiati e vessati, l'autrice di queste violenze sa bene che le lesioni provocate su di lei da una difesa dell'uomo si possono spacciare per segni di aggressione davanti a un magistrato".

Marinella Canu, presidente dell'associazione 'Sole e luna' (foto Luigi Almiento)
Marinella Canu, presidente dell'associazione 'Sole e luna' (foto Luigi Almiento)
Marinella Canu, presidente dell'associazione 'Sole e luna' (foto Luigi Almiento)

Prima di proseguire, alcune importanti avvertenze per l'uso di questo articolo, semmai fosse necessario: prendere coscienza del fatto che, seppure in minima parte, tra le vittime di violenze domestiche, psicologiche e fisiche c'è anche un'esigua minoranza di uomini che però soffrono, certamente non pareggia i conti per quanto riguarda le vittime donne, che sono la quasi totalità. Inoltre, dirigere un fascio di luce sulle violenze domestiche contro gli uomini non alleggerisce neanche un po' la questione della violenza sulle donne, un fenomeno che in Italia è talmente grave da aver addirittura richiesto l'individuazione di un reato specifico (questo significa, l'orrendo neologismo "femminicidio" che ha però il merito di rendere subito l'idea di ciò di cui si parla) e una Giornata internazionale (il 25 novembre) sulla violenza di genere. Le violenze domestiche continuano a essere un reato odioso, impossibile da scoprire se la vittima non denuncia e non collabora, ma soprattutto sono un reato che colpisce principalmente, e più gravemente, la donna. Una situazione che si ritrova nei dati Istat (che però non tengono conto del "sommerso", considerato che si basano sulle denunce presentate dalle vittime) e anche in uno studio, a dire il vero un po' datato, dell'Università di Siena. Fermo restando che, anche per l'Istat e per l'Ateneo senese, tra le mura di casa la vittima quasi esclusiva è la donna (tralasciando i figli minori, ché è altra questione).

Alcuni volontari di 'Sole e luna' (foto Luigi Almiento)
Alcuni volontari di 'Sole e luna' (foto Luigi Almiento)
Alcuni volontari di 'Sole e luna' (foto Luigi Almiento)

Premesso questo, anche la minoranza di uomini vittime di questa condotta violenta ha il diritto a quel fascio di luce di cui si accennava prima. Non a caso, chi lavora nel campo delle violenze domestiche, come le associazioni di volontariato, presta assistenza anche a uomini vessati da mogli, compagne, fidanzate: "La nostra - conferma Marinella Canu di "Luna e sole" - segue anche due uomini vittime di violenze fisiche e psicologiche che non riescono a difendersi dagli attacchi di donne che spesso sono alcoliste, e non lo fanno anche per tutelare i figli minori, commettendo così lo stesso errore che fanno molte donne. Sono uomini perbene che meritano il nostro aiuto, anche se sono due casi a fronte delle molte decine che seguiamo, tutti con la donna nel ruolo della vittima: perché il problema resta ancora quasi tutto femminile". Anche il vice presidente dell'associazione, l'avvocato Gianfranco Piscitelli, è molto chiaro: "Non abbiamo alcuna difficoltà ad affermare che esiste un considerevole numero di donne che adotta comportamenti violenti, penalmente perseguibili, nei confronti dei propri compagni di vita, e che si tratta di casi generalmente gravi, non certo di risposte scortesi. Gli uomini, ancor più delle donne, hanno grande difficoltà nell'ammettere di essere vittime delle violenze, perché temono di essere derisi dagli altri uomini e perfino dalle forze di polizia e dai magistrati, che invece mai lo farebbero".

L'avvocato Gianfranco Piscitelli, vice presidente dell'associazione 'Sole e luna' (foto Luigi Almiento)
L'avvocato Gianfranco Piscitelli, vice presidente dell'associazione 'Sole e luna' (foto Luigi Almiento)
L'avvocato Gianfranco Piscitelli, vice presidente dell'associazione 'Sole e luna' (foto Luigi Almiento)

E mentre si attende un risveglio del Paese sulla questione dell'uomo-vittima, si può soltanto accennare un sorriso davanti ai dati sulla violenza contro le donne, che paradossalmente sono un aumento. Sì, perché è misurabile solo ciò che si conosce, e il fatto che sempre più donne si rivolgano alle forze di polizia o alla magistratura significa che aumentano le denunce, che si smette di subire in silenzio, non che aumentino le violenze. Ecco perché l'aumento delle denunce, in un quadro desolante, è un dato positivo: una percentuale maggiore di violenze domestiche contro le donne, rispetto al passato, finisce sul tavolo di polizia, carabinieri e Procure della Repubblica.

"C'è effettivamente una maggiore consapevolezza", sospira Marinella Canu, "per tante ragioni: la Giornata del 25 novembre, il lavoro instancabile dei volontari che non lasciano sola la donna che si ribella alle violenze del compagno e la tutelano, una sensibilità molto più vasta da parte delle forze di polizia, uomini compresi. Il fatto che se ne parli sempre più, che la donna vittima sia assistita nel suo percorso di coraggio e di liberazione dal suo aguzzino, induce sempre più donne a denunciare le violenze di cui sono vittime".

L'Italia migliora, dunque, sul versante delle violenze familiari contro le donne, ma non si deve dimenticare che si è partiti da dati drammatici e che, per quanto meno severi, drammatici rimangono. Si è imboccata la strada giusta, ma il traguardo resta lontano. E a dover percorrere questa strada, quasi sempre, sono gli uomini che vessano e picchiano, spesso stuprano, le proprie mogli o fidanzate. I più coraggiosi, una cosa buona l'hanno fatta: iscriversi ai gruppi degli uomini maltrattanti, in cerca di una "guarigione". Almeno loro, nel marasma di autori di violenze sulle donne, hanno capito di avere un problema. Ammetterlo, è il modo migliore per iniziare ad affrontarlo.
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