La Sardegna si riappropria dell'acqua pubblica.

Il governatore Christian Solinas ha avviato la procedura che porterà in capo all'Isola tutti i poteri nel campo delle acque di superficie: fiumi, corsi d'acqua, invasi e laghi, zone umide, stagni e paludi.

"Un fatto storico - commenta il governatore - una forte affermazione della nostra autonomia e l'inizio di un cammino per il riconoscimento di una potestà primaria fissata dallo Statuto".

In cosa consiste la procedura? La Giunta ha approvato uno schema di decreto legislativo, "Norme di attuazione dello Statuto in materia di acque pubbliche".

Il testo sarà trasmesso alla Commissione paritetica Stato-Regione che dovrà approvarlo dando efficacia alle norme.

La Regione potrà anche esercitare tutte le competenze relative al rilascio dei titoli concessori e autorizzatori per l'uso delle acque, la pulizia idraulica e la difesa dall'inquinamento. Il tema della proprietà delle acque di superficie è legato a quello dell'ambiente.

"Abbiamo il dovere di pensare a politiche di sviluppo sostenibili, anche in chiave di razionalizzazione e risparmio idrico - spiega l'assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia - Per fare questo, in autonomia ma con lungimiranza, dobbiamo avere la possibilità di decidere come utilizzare la risorsa idrica superficiale, che per un'Isola come la Sardegna è preziosa. Le norme di attuazione dello Statuto rappresentano il passo decisivo per l'autonomia della Regione Sardegna in questo campo".

(Unioneonline/F)
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