Sempre più vicini, stretti stretti, su una striscia di sabbia che ogni anno si fa più sottile, ma felici di essere qui. Il Poetto è promosso dai bagnanti e dalle forze dell'ordine che hanno il conforto dei dati: diminuiscono i furti sotto gli ombrelloni e tra le auto in sosta, e così nei parcheggi a rovinare la giornata di mare ai cagliaritani resta solo il problema di trovare un posto libero.

Soffia il maestrale

Ultima domenica di luglio, il maestrale annunciato dalle previsioni è arrivato puntuale e sulla spiaggia di Cagliari ha avuto un duplice effetto: lasciato a casa chi temeva che il vento fosse troppo forte e attratto chi - con il tempo incerto - non ha voluto rischiare la trasferta verso lidi più lontani. Ecco perché dalla Prima fermata fino a dove lo sguardo si perde in direzione di Quartu e i corpi diventano puntini nell'acqua celeste è tutto esaurito. La sensazione è che il Poetto sia ancora la spiaggia dei centomila (forse anche di più) solo che stanno tutti un po' più stretti. «Negli ultimi due anni abbiamo ridotto lo stabilimento e perso due file di lettini», racconta Fabiano Salis, responsabile da dieci anni dello stabilimento Le Palmette. Salis - metro alla mano - porta la prova dei numeri: «La nostra concessione dovrebbe essere di 18 metri e 40, invece sono solo 13 e trenta, e quando c'è l'alta marea va persino peggio. Negli ultimi anni il mare si è ripreso almeno dieci metri di spiaggia». Poco più in là, dalla reception del Golfo degli Angeli, arriva la conferma di Tiziana Cotza: «Quest'anno ci sono tre metri e mezzo di spiaggia in meno e abbiamo abolito una fila».

Una rotonda sul mare

Sotto il sole di mezzogiorno, c'è chi non ha neppure bisogno del metro per misurare l'erosione della spiaggia. «Basta guardare la rotonda del Lido che prima era sulla sabbia e ora è abbondantemente in acqua», Margherita Abis - cagliaritana di 70 anni - a giudicare dall'abbronzatura sa di cosa parla. «Ora è tutto più ordinato, ma i casotti non erano come i chioschi, servivano a trattenere la sabbia. Certo, ora la spiaggia è più bella», conclude.

Il problema del litorale che si fa più piccino fa tornare alla mente una parola che da queste parti non vuole pronunciare nessuno. «Non parliamo di "ripascimento", per favore. Anche se dovesse avere modalità diverse rispetto a quello del 2002, anche se si trattasse di un semplice ripristino con il trasferimento della sabbia presa poco oltre la linea di battigia. Che lascino tutto così com'è - implora Roberto Lopes, cagliaritano con origini siciliane -. Questo è un posto bellissimo ed è meglio che nessuno tocchi nulla. Stiamo più stretti ma va bene così».

Ombrelloni e parcheggi

A fare avanti e indietro tra i lettini a pagamento e i teli sulla spiaggia libera sembrano tutti d'accordo. «Siamo fortunati e con il maestrale l'acqua è una meraviglia. Ma in questa giornata di vento il vero rischio è quello di essere colpiti da un ombrellone. È un problema concreto, bisognerebbe insegnare alla gente e sistemarli come si deve. È sempre una questione di educazione», dice Maria Luisa Angius, psicoterapeuta cagliaritana. Per ridurre il problema dei parcheggi, invece, Anna Murru, commerciante, propone: «Sarebbe utile un servizio di bus navette con corse frequenti e partenza, per esempio, dall'area di sosta dello stadio dove le persone potrebbero lasciare l'auto senza problemi». Nessun disguido per chi decide di venire al Poetto in barca. Nello specchio d'acqua all'altezza della Sella del Diavolo ieri c'erano una decina di scafi e qualche windsurf spinto dal vento. Impossibile affittare pedalò né sup perché il maestrale portava pericolosamente al largo e i bagnini hanno alzato bandiera rossa.

Meno furti

Capitolo sicurezza: i dati raccolti dai carabinieri dicono che al Poetto si ruba sempre meno. Dall'inizio della stagione sono state presentate sei denunce per furti avvenuti sulla spiaggia e trenta per quelli registrati tra le auto in sosta dove in alcuni casi sono state forzate le portiere. Due le ragioni principali: la maggiore attenzione dei bagnanti che raramente lasciano la propria borsa quando si allontanano per un bagno o una passeggiata e la chiusura del viale alle auto. Prima bastava arrivare in sella a un motorino fino all'ingresso della spiaggia, afferrare quel che c'era e scappare via. Ora la strada è riservata ai residenti e tutto intorno ci sono famiglie e sportivi che corrono, camminano o vanno veloci su bici e roller blade. Tra le aiuole qualche rastrelliera per le biciclette e un paio di fontanelle che hanno generato un po' di confusione: qualcuno le usa per lavare via la sabbia dai piedi prima di salire in auto nonostante le docce gratuite installate all'ingresso della Prima fermata. A impensierire le migliaia di persone stese sotto il sole, ieri pomeriggio, è stata una colonna di fumo che si è alzata nel cielo: era il rogo che ha aggredito le campagne di Maracalagonis. In tanti hanno voltato lo sguardo a quel pennacchio scuro per provare a capire quanto il pericolo fosse lontano.

Mariella Careddu

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