Se i nostri politici fossero dei ragazzini basterebbe trattarli come si faceva un tempo con gli studenti più riottosi: un rimbrotto e via in classe, di nuovo seduti sui banchi a studiare. Purtroppo giovani non sono (anzi, alcuni mostrano orgogliosi l'antico pelo) ed ecco che a noi poveri sgovernati tocca assistere impotenti ad una interminabile esibizione di litigiosità, sguaiataggine e massima inconcludenza.

È ben misera la cifra che contraddistingue la politica nazionale. Un panorama desolante, a tutti i livelli e in ogni schieramento. È per questo che quando - raramente - un raggio di sole squarcia il grigiore vale la pena di salutarlo come un evento. Negli ultimi giorni tre vicende, positive, hanno concorso a restituire un filo di speranza. Le elenco brevemente.

L'assegnazione delle Olimpiadi Invernali del 2026 a Milano e Cortina. Ne ha già scritto magistralmente Mario Sechi, elencando nel dettaglio i motivi per i quali è da considerare un grande riconoscimento, un'iniezione di fiducia nel sistema-paese, antidoto al disfattismo. Aggiungo solo che per una nazione come l'Italia, da troppo tempo ferma sulle gambe, come si dice in gergo sportivo, è una benefica scossa morale che va al di là dei grandi proventi economici che ne verranno.

La seconda buona notizia è che, a quasi un anno dalla terribile e sconcertante tragedia, è iniziata la ricostruzione del ponte Morandi a Genova. I genieri hanno demolito il rudere dell'ultimo troncone e gli operai hanno gettato la prima colata di calcestruzzo.

Poco importa se gli esponenti grillini hanno riproposto l'intenzione di revocare la concessione di Autostrade ai Benetton. Hanno avuto un anno per attivare in concreto le procedure, riparlarne adesso sembra solo un espediente propagandistico in un momento di grave difficoltà (non solo elettorale). Agli italiani di buonsenso, al di là delle chiacchiere, interessa solo che i lavori siano entrati nel vivo.

A proposito di cantieri, ecco la terza buona novella, questa volta in Sardegna. L'assessore regionale ai lavori pubblici, Roberto Frongia, ha chiesto al ministro Toninelli di essere nominato commissario straordinario per sbloccare i troppi lavori fermi sulle strade dell'Isola. Agendo di concerto con i sindacati e senza bypassare l'Anas, l'esponente dei Riformatori ha dato una sveglia anche alla sua Giunta, fin qui un po' sonnolenta. Bravo. Abbiamo arterie inadeguate per una regione che può e deve puntare sul turismo, milioni e milioni di euro bloccati, trentamila disoccupati del settore allo stremo. Frongia non molli la presa e faccia sua la frase pronunciata l'altro giorno da Luca Zaia, governatore del Veneto: «La ricreazione è finita». Perché se anche qui nell'Isola non riusciamo ad avvertire la campanella che suona con insistenza non siamo solo sordi, siamo anche colpevolmente incoscienti.

Massimo Crivelli
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