Sette mesi di minacce per costringere l'ex moglie a sottostare ai suoi voleri e alle sue pretese di natura sessuale, differenti però rispetto a quelle che ci si potrebbe immaginare. L'ex marito, 44 anni, di Vallermosa, imponeva alla donna di avere relazioni con altri uomini, non con lui. E per arrivare all'obiettivo le ripeteva che, se non avesse dato seguito ai suoi desideri, le avrebbe tolto la casa, avrebbe reso di dominio pubblico le fotografie e i video che la ritraevano in atteggiamenti espliciti, avrebbe smesso di versarle il denaro necessario a sopravvivere.

Comportamenti che per la Procura della Repubblica di Cagliari integravano un'estorsione, come da avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato all'indagato nel giugno 2017. Parere identico, da ieri, a quello del giudice delle udienze preliminari Roberto Cau.

La condanna del gup

Il gup al termine del processo celebrato col rito abbreviato ha inflitto due anni di reclusione all'imputato (del quale non pubblichiamo il nome per evitare che si risalga all'identità della vittima), che dovrà anche pagare una multa di mille euro. La pena è sospesa e ricalca integralmente quella sollecitata dal pubblico ministero Nicoletta Mari, titolare dell'inchiesta avviata nel 2014. L'avvocato difensore Giovanni Raimondo Serra aveva chiesto l'assoluzione, ritenendo non si trattasse di estorsione, o in alternativa la modifica del reato in tentata violenza privata. Il giudice ha deciso diversamente, e il legale ha preannunciato il ricorso in Appello.

La querela in Questura

La ricostruzione investigativa è illustrata con chiarezza nel capo di imputazione, in base al quale l'uomo tra il settembre 2013 e l'aprile successivo aveva filmato l'ex moglie durante i rapporti sessuali per poi obbligarla a parlargliene; le aveva inviato messaggi con la richiesta di incontrare altri uomini; l'aveva minacciata di svergognarla con parenti e conoscenti ai quali avrebbe potuto inviare le fotografie e i video. Comportamenti denunciati dalla vittima in una querela presentata in Questura il 20 aprile 2014, giorno di Pasqua.

Donna soggiogata

Erano state avviate le indagini, la Polizia aveva sentito la versione dell'ex moglie e poi aveva depositato in Procura la relazione finale. L'avvocato Serra nell'arringa ha sostenuto che in realtà la donna, frequentando quegli uomini, avrebbe «esercitato il suo libero arbitrio». Versione resa «dalla stessa signora davanti agli inquirenti». Che però hanno ritenuto la vittima totalmente soggiogata dall'ex marito, mandato a processo e ora condannato.

Andrea Manunza

© Riproduzione riservata