Non c'e niente di meglio di un bel fiocco azzurro per rallegrare una famiglia. Sopratutto se la famiglia in questione è quella reale britannica, e ad aspettare la lieta notizia ci sono letteralmente milioni di persone in tutto il mondo.

Per carità, anche un fiocco rosa sarebbe stato altrettanto lieto, ma con quello azzurro almeno evitiamo dibattiti accesi sul se dare il nome della nonna paterna alla bimba, visto che "Diana" risulterebbe sicuramente più ingombrante dei potenziali favoriti Arthur, James, Philip o Alexander.

Perciò congratulazioni a Harry e Meghan, Duca e Duchessa del Sussex, per l'arrivo del bebè conosciuto per ora come "Baby Sussex". E anche congratulazioni ai direttori dei quotidiani britannici che sono riusciti a pubblicare inserti speciali di più di 20 pagine dedicate al nuovo Royal Baby con solo i dettagli del peso e orario di nascita, più la foto del neopapà Harry fiero e sorridente.

Si è parlato molto di come questa nascita abbia rotto con la tradizione, come d'altronde la coppia Sussex fa da quando si sono conosciuti. Ad aspettare il bebè di Meghan e Harry non c'erano centinaia di giornalisti e monarchici accampati fuori dalla Lindo Wing, l'ala privata del St Mary's Hospital di Paddington a Londra. Meghan aveva detto di voler partorire a casa, e si è rifiutata di farsi fotografare subito dopo il parto, come invece ha fatto tre volte la cognata Kate con neonato in braccio, la stanchezza e dolore mascherati da trucco, tacchi e messa in piega.

Meghan si è anche rifiutata di farsi seguire dal ginecologo reale come vorrebbe il protocollo, suscitando enorme empatia da parte di donne ovunque (ammetto, me inclusa. A volte nelle famiglie può esserci troppa familiarità. Questo sarebbe un esempio emblematico.) Ma forse il cambiamento più importante è che, per la prima volta nella storia moderna della famiglia reale, avremo un bambino bi-razziale. Considerando che un secolo fa la casa reale britannica governava su un quarto della popolazione mondiale, era ora che i Windsor diventassero più rappresentativi.

Nel Regno Unito non si usa mettere fiocchi azzurri o rosa sulla porta di casa per annunciare una nascita, ma nelle prossime settimane milioni di britannici si ritroveranno comunque con dei fiocchi azzurri sulla soglia di casa: non un tributo al Royal Baby, ma le coccarde blu dei Conservatori, che a quasi tre anni dal referendum di Brexit, si trovano ora a dover contestare le elezioni europee. Martedì il governo ha annunciato che non sarà possibile trovare un accordo per uscire dall'UE da poter presentare a Bruxelles prima delle elezioni, e perciò, centinaia di potenziali europarlamentari di vari partiti, dovranno spiegare all'elettorato perché devono votare per un parlamento di cui avevano già detto di non voler far parte. Non è un compito invidiabile ma dubito che i candidati troveranno molto compassione per le strade della Gran Bretagna.

Nigel Farage, padrino della Brexit dagli anni 90, ha già creato un nuovo partito, appropriatamente chiamato il "Brexit Party" il cui unico scopo è far uscire il Regno Unito dall'UE il più presto possibile, e se senza accordo, ancora meglio. Le previsioni lo vedono come il vincitore delle elezioni. Il voto per un potenziale secondo referendum rimane frammentato fra vari partiti, certi appena formati come "Change UK", e altri parzialmente risorti dopo anni di irrilevanza, come i Liberal Democrats. Le elezioni saranno una batosta per il governo, ma difficilmente porteranno chiarezza ad una situazione che ormai sembra aver bloccato il Paese da anni.

Il cambiamento è spesso difficile. Che siano le tradizioni della famiglia reale più famosa al mondo, o l'evoluzione di una nazione che ha votato per qualcosa che non riesce ad ottenere. La "ditta", come viene spesso soprannominata la famiglia reale, sembra aver capito come cambiare senza perdere la propria sostanza. Ma la famiglia reale a suo capo ha una leader formidabile, purtroppo è impossibile duplicarla nella sfera politica.

BARBARA SERRA

(Conduttrice di Al Jazeera a Londra)
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