Per la Chiesa una sorta di 11 settembre. Veder crollare la guglia più alta della Cattedrale di Notre-Dame è stato comunque come riavvolgere il nastro e rivivere con rinnovata angoscia il collasso delle Torri Gemelle a New York.

Le fiamme che per ore hanno avvolto uno dei monumenti simbolo del Cristianesimo nel mondo (sulla cui origine si erano spalancati gli scenari più paurosi) hanno riaperto ferite mai del tutto suturate.

Parigi brucia. Alle immagini impressionanti si sono sommate paure e presagi apocalittici. In questi giorni "santi" di preparazione alla Pasqua è risuonata - con devastante attualità - quella profezia sul Tempio di Gerusalemme di cui non rimarrà "pietra su pietra".

Per i francesi, ma con loro per tutto il mondo cattolico, è già Venerdì santo, è Golgota, è scenario di morte. Una giornata tremenda alla quale, questa la speranza condivisa e unanime, dovrà seguire la più radiosa resurrezione. Ne saranno capaci i francesi con il loro genio, la loro cultura, la loro storia.

Paolo Matta

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