La plastica uccide non solo in mare.

Nel parco di Monte Urpinu il corpo di una tartaruga con la testa all'interno di un sacchetto giaceva tra le piccole cascate di due vasconi, nella zona del parco giochi. Il carapace spuntava (ieri mattina era ancora tra le rocce) tra canne secche, bottiglie e altri rifiuti.

La macabra scoperta è stata fatta domenica da una comitiva di cagliaritani e turisti impegnati in una passeggiata nel "polmone verde" del capoluogo. Sconcertato e amareggiato, il gruppo ha liberato l'animale dal sacchetto. È stato inutile: la tartaruga era morta da tempo e il suo corpo in decomposizione.

Non è chiaro da cosa sia stata uccisa, ma quella busta di plastica potrebbe essere una delle probabili cause.

IL RACCONTO - Fabrizio Rizzu è un musicista molto conosciuto in città. Lavora all'agenzia regionale "Forestas" e ha una sensibiltà particolare per tutto ciò che riguarda l'ambiente. "Con alcuni conoscenti e un'amica non sarda avant'ieri abbiamo deciso di visitare Monte Urpinu".

(foto L'Unione Sarda)
(foto L'Unione Sarda)
(foto L'Unione Sarda)

Due passi tra i pini e gli arbusti tipici della vegetazione sarda. "I vialetti erano puliti, così come le aree che ospitano le panchine e gli attrezzi per l'attività fisica".

La vista e l'umore cambiano repentinamente appena spuntano i primi rifiuti. "Siamo scesi dalla parte della zona giochi per raggiungere, attraverso un sentiero, il lato opposto del parco. Tra le due piscine, abbiamo notato buste di plastica, bottiglie e, addirittura, un vecchio contenitore di detersivo abbandonati da qualche incivile".

Scene di ordinaria maleducazione in un luogo che accoglie anziani, mamme e bimbi che in quello spazio libero dalle auto possono giocare serenamente. "Tra le canne, i massi e i rifiuti - aggiunge Rizzu - si distingueva chiaramente il guscio di una tartaruga con la testa infilata in un sacchetto di plastica trasparente. Abbiamo scavalcato la recinzione di legno per capire se era possibile salvare l'animale. Troppo tardi. Il corpo era in avanzato stato di decomposizione. Anche la busta, viste le alghe sui bordi, doveva essere in quel posto da tempo".

Sconsolati non hanno potuto fare altro che rimboccarsi le maniche e raccogliere più rifiuti possibile.

"È scandaloso - conclude Rizzu - che i parchi comunali siano in queste condizioni". E non certo per negligenza degli operai che fanno il possibile per tenere pulito uno spazio vitale per la città.

CASSONETTI STRACOLMI - Che qualcosa non funzioni al meglio nel grande giardino urbano lo si capisce all'ingresso. Sul marciapiede di via Pietro Leo, dal lato dell'asilo comunale chiuso da tempo, fanno bella mostra una serie di cassonetti, raccoglitori di indumenti e mastelli dell'umido. Ieri mattina la visuale era sufficientemente desolante.

Tra aghi di pino e pigne, cartoni abbandonati, bottiglie di plastica, confezioni di cartone di birra e rifiuti di ogni genere. Tutto, come dimostra la foto in basso a destra, abbandonato per la gioia di topi, blatte e piccioni.

Andrea Artizzu

© Riproduzione riservata