22 marzo 2019 alle 21:34aggiornato il 23 marzo 2019 alle 10:41
Tassa di soggiorno nell'Oristanese, Federalberghi dice no: "Penalizza il settore"
Gli operatori del settore si oppongono all'imposta proposta dai ComuniLa Federalberghi ribadisce la propria contrarietà alla proposta di istituire la tassa di soggiorno proposta dai Comuni di Oristano, Cabras e San Vero Milis.
Lo ha ribadito da Oristano, nel corso di un convegno promosso da Confcommerico Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi.
La tassa penalizza il settore e non produce effetti sulle stesse strutture ricettive.
"Sono 800 i Comuni che applicano la tassa ed è evidente che non è un fenomeno generalizzato - spiega Alessandro Nucara - e nei pochi Comuni in cui esiste l'imposta, il ricavato anziché essere destinato al turismo, come tutti inizialmente promettono, in realtà finisce per colmare i buchi del bilancio pubblico". Concetto ribadito anche dal presidente provinciale di Federalberghi e presidente regionale dell'Ente bilaterale del turismo Pino Porcedda che sostiene come in Italia il settore turistico soffre a causa di un'elevata imposizione fiscale, oltre il 58%: la più alta in Europa. "I turisti pagano già tante tasse attraverso le strutture in cui soggiornano e sui servizi di cui usufruiscono - osserva Pino Porcedda - e la tassa può essere controproducente". Nel 2018 la provincia di Oristano ha registrato la presenza di 148mila turisti con un numero di 4000 posti letto. La spesa generata da queste presenze è stata attestata a circa 79 milioni di euro, dei quali solo 39 milioni sono quelli regolari: Alberghi, campeggi, BeB e Agriturismo. Il resto è evasione fiscale.© Riproduzione riservata