"Il dolore più grande? Non aver avuto la possibilità di stare accanto a nostra madre nei suoi ultimi istanti di vita. Non ci è stato consentito". Irene Calamida, 20 anni, e Alberto, 39, non riescono a darsi pace. Quel 10 luglio 2012 è sempre vivo nella loro mente: la loro mamma di 52 anni, Angela Mantega, accompagnata in piena notte in ospedale per un dolore al petto, e morta dopo sei ore per un aneurisma dell'aorta, nel reparto di Cardiologia del Santissima Trinità. Sono trascorsi quasi sette anni e quelle ore di "buio totale per l'assenza di informazioni" sono un tormento.

Cosa è accaduto? - Quando Angela Mantega è morta, Irene Calamida aveva 13 anni. Il fratello Alberto 32.

"Per me è stato uno choc", racconta la giovane. "Perdere una madre è un dolore atroce, impossibile da superare. Che questo avvenga senza sapere cosa sia realmente accaduto fa ancora più male".

I due figli, insieme al padre Paolo ("Non si è mai ripreso da quello choc"), non cercano eventuali colpevoli o vendette. "Chiediamo solo di sapere cosa sia accaduto in quelle ore trascorse prima al pronto soccorso e poi in Cardiologia. È stato fatto tutto il possibile per salvare nostra madre? E perché non ci è stato detto niente sulla gravità della situazione? Abbiamo visto nostra madre, sofferente, salire su un'ambulanza. Poi, dopo sei ore, un medico ci ha detto che il suo cuore aveva smesso di battere. Il mondo ci è crollato addosso".

La causa - Per fare chiarezza su cosa sia successo, il marito e i figli di Angela Mantega hanno subito presentato un esposto. «C'è stata un'autopsia», ricordano Irene e Alberto Calamida. "Gli esami hanno allungato la sofferenza: il funerale di nostra madre è stato celebrato solo dopo tre mesi". La causa civile, seguita dall'avvocato Stefano Antonio Atzeni di Oristano, non è ancora arrivata a sentenza.

"Siamo esattamente nella stessa situazione di sette anni fa. Non sappiamo niente. È stata una fatalità? Ci sono state responsabilità? Nostra madre poteva essere salvata?"

Il ricordo - Quel 10 luglio del 2012 la famiglia Calamida - che ha sempre vissuto a Cagliari tra i quartieri di San Michele e Sant'Avendrace - era a Villasor. Angela Mantega si è svegliata di notte con un dolore al petto. Viene chiamato il 118 e per accorciare i tempi il marito la porta in auto fino a incrociare l'ambulanza. Poi la corsa al Santissima Trinità.

"Abbiamo chiesto più volte informazioni su nostra madre», racconta Irene Calamida.

"Io avevo tredici anni ma ricordo tutto come se fosse avvenuto ieri. Dopo alcune ore siamo stati rassicurati: stiamo facendo dei controlli, ci è stato detto". Poi la tragedia.

"Io e mio padre siamo andati a casa. Ci ha dato il cambio mio fratello. È stato lui a ricevere la notizia". Alberto Calamida scuote la testa: "Un medico con poche parole mi ha detto che nostra madre era morta".

A distanza di sette anni i due figli chiedono che si faccia chiarezza. "Anche se questo non servirà a restituirci la nostra meravigliosa mamma, una donna forte, coraggiosa e sempre sorridente".

Matteo Vercelli

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