Venticinque anni fa è arrivato in Sardegna in cerca di un futuro migliore.

Qui Mamadou Mbengue, senegalese di 52 anni e selargino da un decennio, ha trovato lavoro come animatore e mediatore culturale, dopo anni trascorsi come venditore ambulante clandestino , ma anche tante amicizie e soprattutto l'amore. E di recente ha tentato la scalata verso la Regione con la lista "Liberi e Uguali", ma 325 voti non sono bastati per entrare nel Consiglio di via Roma.

"Mi sono candidato per i miei figli. In questo momento storico è necessario portare il tema dell'immigrazione e i valori dell'essere umano al centro del dibattito politico".

Nel dicembre del 1993 il suo arrivo in Sardegna, a Sassari, con in tasca un diploma e un passato come artigiano a Dakar, dove è nato e ha vissuto fino a 27 anni. "L'Occidente è sempre stato il mio sogno - racconta mentre ricorda i primi giorni nell'isola - Sono arrivato da clandestino e, almeno all'inizio, ho dovuto lavorare in nero: prima come pastore, poi come bracciante agricolo e per diverso tempo come vu cumprà abusivo. Lavori dettati dall'emergenza, con il tempo ho capito che la mia strada poteva essere diversa: tre anni dopo mi sono regolarizzato e ho iniziato a collaborare come animatore con la cooperativa sociale "'La Carovana'".

Nell'associazione che si occupa di mediazione culturale, Mamadou Mbengue ha conosciuto quella che sarebbe diventata sua moglie: Miriam Spano, insegnante e socia della coop.

"Ci siamo incontrati durante un seminario di formazione sull'intercultura - ricorda - Abbiamo iniziato a frequentarci e per lei ho deciso di trasferirmi a Cagliari". Nel 2004 il matrimonio 4 anni dopo l'arrivo a Selargius, dove hanno comprato casa e vivono con i due figli di 10 e 12 anni. "Adesso mi sento sardo, selargino, ma anche profondamente africano".
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