Sisinnio Piras, consigliere regionale del Pdl tra il 2009 e il 2014, "ha provocato un grave danno all’immagine della Regione" a causa del suo coinvolgimento nella maxi inchiesta sui fondi ai gruppi in Consiglio regionale.

Indagine al termine della quale aveva patteggiato 20 mesi per l’utilizzo ritenuto illecito (in quanto privato anziché istituzionale) di 41 mila euro di denaro pubblico.

È quanto sostenuto dalla Procura della Corte dei conti, che ha formulato per la prima volta in Sardegna questa ipotesi contestandola al primo dei consiglieri regionali che ha avuto una sentenza definitiva per peculato.

A causa sua, secondo la pm Susanna Loi, il Consiglio regionale sarebbe stato "fortemente screditato" e minato "nell’attendibilità e nella reputazione", quindi Piras deve restituire la stessa somma contestata in sede penale: 41.759 euro.

L’avvocato difensore Marcello Vignolo ha sostenuto però ci si trovi davanti a "spese sostenute che, prima di essere rimborsate, passavano da capogruppo e uffici" e che ci sarebbe un "concorso" nel reato. Le spese venivano "verificate, senza autorizzazione non arrivavano i rimborsi".

Nel caso, "deve essere chiamato in causa chiunque abbia contribuito a concedere i soldi". La Corte deciderà.
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