L'inchiesta sulla scomparsa di Esperanza Seferovic, la bimba di 20 mesi della quale non si hanno più notizie dal 23 dicembre scorso, cambia rotta e prende una strada precisa. Il pubblico ministero Nicoletta Mari, inizialmente incaricata di coordinare le indagini, ha passato il fascicolo al collega Guido Pani: iniziativa necessaria tenuto conto del nuovo titolo di reato ipotizzato, dal semplice incendio (quello del furgone nel quale, secondo i genitori, si trovava la piccola quando se ne sarebbero perse le tracce) al sequestro di persona a scopo di estorsione contro ignoti. Contestazione quest'ultima di competenza della Direzione distrettuale antimafia, della quale Pani fa parte e Mari no. Dunque, la Procura parrebbe aver preso in considerazione quanto sostenuto da Slavko Seferovic e Dragana Ahmetovic, padre e madre della bimba, i quali hanno affermato quasi subito (dopo aver dapprima gridato alla disgrazia, in quanto secondo loro la figlia riposava all'interno del mezzo poi andato in fiamme a Giorgino) di essere stati vittima di una ritorsione: qualcuno avrebbe portato a termine un rapimento per punire un debito non saldato.

Anche ieri sera il padre è andato in Questura per parlare col dirigente Marco Basile e il vice Davide Carboni. Procura e investigatori non commentano, ma l'aver preso in considerazione la possibilità di setacciare tutto il molo che corre di fianco alla spiaggia di Giorgino (e anche lo specchio d'acqua antistante) sembrerebbe far pensare che, invece, si pensi a un omicidio. Qualcuno potrebbe aver gettato il corpo della piccola in mare per disfarsene. Ma al momento non c'è alcuna certezza.

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