"A morsi nel cuore”.

I fatti accaduti in una Cagliari assopita dalla calura estiva potrebbero degnamente dare il titolo al seguito dell’opera teatrale del drammaturgo francese Bernanrd Marie Koltés che, nel 1979, stupì il mondo con il suo provocatorio “Lotta di negro contro cani” (“Combat de nègre et de chiens”).

I fatti

In quel torrido quanto indimenticabile pomeriggio del 6 agosto 2012 il signor Dia Cheikhou Oumar Foutihou, senegalese di nascita ma oramai sardo e cagliaritano d’adozione, accompagnava l’amico pasticcere Fabrizio Lattuca presso la carrozzeria Carmec, situata a Cagliari all’incrocio tra la via Edison ed il trafficassimo viale Marconi dove il signor Lattuca aveva il suo furgone in riparazione.

Era stato lo stesso Lattuca ad avvertire telefonicamente il proprietario dell’officina, Marco Farris, della sua imminente visita, ricevendo dal Farris il permesso di potervi tranquillamente entrare in quanto lui, qualora non fosse stato già presente, sarebbe arrivato entro pochi minuti.

I due amici, quindi, entrando attraverso il cancello aperto dell’officina, chiamavano ad alta voce il Farris, ma ricevevano gli onori di casa da due grossi molossoidi, nello specifico una coppia di rottweiler, lasciati incautamente ed inspiegabilmente liberi dal loro padrone, il Farris.

L'aggressione

Da quel momento in poi il terrore: i due cani aggredivano con ferocia i due malcapitati, i quali disperati si trovano accerchiati e chiusi in una trappola mortale.

Il Dia, dopo essere stato morso alla gamba destra, riusciva miracolosamente a ripararsi con un balzo dentro il furgone dell’amico, tra l’altro ancora posto sopra il ponte sollevatore, e cominciava ad urlare ed a suonare freneticamente il clacson in cerca di aiuto, oltre che nella speranza di spaventare gli animali.

Il Lattuca, nel mentre, subiva l’attacco congiunto dei due cani e, con la forza della disperazione, con una spalla sanguinante ed il braccio destro letteralmente dilaniato, riusciva pur fortunosamente a salire sopra il tettuccio di un’altra macchina, da dove cercava disperatamente di impedire agli animali inferociti di salire.

In quei concitati momenti il suo amico Dia era riuscito a chiamare il 118, e soltanto l’intervento dei soccorsi riusciva ad evitare il peggio.

L'arrivo del proprietario

Il proprietario dei cani e dell’officina arrivava almeno dopo mezzora i fatti irrimediabilmente accaduti. Il Farris non soltanto non si scusava per l’accaduto, ma diceva apertamente alle due vittime che la colpa era del "Negro" che, con la sua pelle scura aveva spaventato i cani, scatenandone la ferocia!

Il fatto è stato peraltro confermato all’udienza del 21 gennaio 2014 di fronte al Giudice di Pace di Cagliari, dalle parole della compagna di Lattuca, la signora Silvana Macis, sentita come testimone degli avvocati di parte civile, rispettivamente l'avvocato Luigi Trudu per Dia e l'avvocato Carlo Salvatore Usai per Lattuca: "Il Farris mi ha chiamato un paio di volte al cellulare, io piangevo disperata, preoccupata per Fabrizio, lui mi diceva che i cani si erano spaventati per colpa del 'negretto', come lui chiamava il Dia, che con la sua pelle scura aveva spaventato i cani".

Queste dichiarazioni, ricordate in sede di conclusioni dalla parte civile provocavano sgomento e sdegno tra i presenti in aula…

L'epilogo

Stamattina, dopo oltre sei anni, la sentenza. Per Farris la condanna ad una mite pena pecuniaria ed al risarcimento del danno nei confronti delle due vittime. Ma nessun risarcimento materiale potrà sanare le ferite che Dia si porta dentro. "Quelle parole - dice con aria sconsolata - mi hanno fatto più male dei morsi dei cani. Sono state come dei morsi nel profondo del cuore. Ho deciso di non sporgere denuncia per questi fatti perché credo che il pregiudizio non si superi con la repressione ma con il dialogo".
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