Vedi alla voce tasse. Ci sono in questa manovra una cosa sbagliata di cui si è parlato poco, e una cosa buona (e intelligente) di cui si è parlato pochissimo: meritano di essere approfondite entrambe, per capire cosa producono le scelte del governo, in che direzione si va.

I media e i social, comprensibilmente attratti e intrigati dalla disputa con l'Europa su Reddito di Cittadinanza e Quota 100, infatti, hanno tenuto relativamente in ombra il fatto che il condono alla fine si sia fatto, e non solo sotto l'ombra buia di un potenziale conflitto di interessi (quello sul papà di Luigi di Maio), ma - anche - concedendo l'ennesimo generoso regalo a chi in questi anni non ha pagato le tasse. La cosa incredibile è che le cifre ancora ballino, e che ci sia incertezza sulle percentuali che alla fine saranno fissate dal governo nella versione finale del provvedimento.

La voce più ricorrente riguarda la presenza di tre diverse aliquote da pagare per potersi mettere in regola: 6%, 15%, 25% o 30% (che scattano in modo progressivo rispetto all'Isee di chi si paga). Non è ancora chiaro - però - come queste quote saranno esattamente ripartite. Mentre i crediti che si potranno condonare (in modo tombale) avranno un tetto, che per fortuna, e per due buoni motivi, non sarà più di 100 mila euro, come era previsto in origine.

Il primo elemento che ha abbassato la quota sono le tante provvidenziali proteste che sono arrivate in questi mesi.

Se si fossero potuti abbattere 100mila euro per 5 diversi reati, e per cinque anni (cioè fino a 2.5 milioni!), invece dei contribuenti in difficoltà per importi regolarmente dichiarati si sarebbe fatto un regalo ai super-evasori pescecani. E per giunta ne avrebbero approfittato (contrariamente a quanto detto in campagna elettorale) soprattutto coloro che sanavano importi non dichiarati: una follia.

Il secondo motivo è che senza lo scudo fiscale previsto in origine, il gettito ottenuto sarebbe stato di molto inferiore al previsto: il gioco non valeva la candela. Per questo motivo - dopo lo scontro tra M5s e Lega sullo scudo fiscale - il piano del governo è cambiato, e sembra che il tetto da un milione di euro nell'ultima versione scenderà a 500 mila euro.

Malgrado questo, c'è la buona notizia. Il sottosegretario Massimo Garavaglia (l'uomo che per Salvini si occupa di "numerini" del Bilancio) la chiama "la bomba atomica". Si tratta delle riduzione e della semplificazione di qualsiasi imposta per chi guadagna fino a 100mila euro (aziende incluse) con la partita Iva. Fino a 65mila euro si pagherà solo il 15% del reddito, e fino a 100mila si pagherà il 20%. Una svolta. Nel primo caso non ci sarà nemmeno più bisogno dei commercialisti (che infatti sono arrabbiati, scettici e sul piede di guerra). Ma a parte questo effetto collaterale, è vero quel che dice Garavaglia: "Si tratta del più grande esperimento di riduzione fiscale possibile". Questo perché oggi riguarda più di un milione di persone, ma domani - soprattutto se funziona - potrebbe estendersi a tutti gli altri contribuenti. La mini-flat tax ha la massa critica per produrre più gettito? Farà crescere il numero delle partite Iva? E soprattutto: farà emergere dal "nero marginale" molto che anche senza evasione (magari ritardando le ultime fatture all'anno successivo) oggi si tengono sotto il regime dei minimi?

Non è una domanda da poco: perché sia la ragioneria dello Stato che l'ordine dei commercialisti sono molto scettici (non è uno zuccherino che può scoraggiare l'evasione, dicono) mentre il governo è convinto che molti avranno interesse a dichiarare di più. Questo perché ti conviene, cresce il volume dei tuoi affari, puoi comprare una casa, una macchina, ricevere prestiti: diventi cittadino di serie A. Però oggi nessuno può prevedere senza ombra di dubbio cosa sceglieranno gli italiani del nero posti di fronte a questo dilemma. È una bella sfida tra due visioni del mondo e dei contribuenti, e sarà interessante verificare cosa sarà accaduto, tra un anno.

Dice ancora Garavaglia: "Io stapperei lo champagne anche solo metà dei 250mila giovani che ogni anno lasciano l'Italia decidessero di restare perché trovano più conveniente questo che andare a fare i lavapiatti a Londra". Difficile dargli torto, almeno su questo punto. Però - e questo è il cortocircuito - se chiedi ai cittadini di emergere dal nero, poi non dovresti premiarli. Tra luci e ombre, tra furbizie e strizzate d'occhio, tuttavia, la mini-flat tax ha un grande pregio: chi può cavarsela con il 15% di tasse, stavolta non ha più alibi. Chi evade infatti ruba due volte: perché si sottrae ai tributi che gli alti pagano, e poi perché gode dei servizi sociali di chi paga per lui. Da domani - dunque - se i furbetti vengono presi sul fatto, bisogna accettare l'idea che è giusto punirli più duramente: se è giusto il taglio di imposta, è altrettanto giusto che chi evade finisca dritto dritto in carcere.

Luca Telese

(Giornalista e autore televisivo)
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