Il 2018 è stato l'anno più caldo mai registrato in Italia dal 1800. Tanti gli eventi estremi, almeno 148, che hanno causato un totale di 32 morti, secondo i dati riportati dall'indagine "2018 - Cronaca di un'emergenza annunciata", condotta da Legambiente in collaborazione con il Gruppo Unipol.

Anche la Sardegna è stata coinvolta dai fenomeni meteo, con piogge intense e inondazioni fluviali che hanno provocato danni a infrastrutture - noto il crollo dell'asfalto sulla 195 -, case e qualche vittima. Da non dimenticare c'è il caso di Nicola Campitiello, il pastore campano il cui corpo non è mai stato ritrovato, forse è stato inghiottito dal fango.

Ma in tutto il Paese ci sono state anche 41 trombe d'aria e numerose esondazioni. E, ancora, una forte siccità invernale nel Mezzogiorno e ondate di calore forti e prolungate.

L'emergenza ha riguardato in particolare le regioni del Sud, dove colate di acqua e fango hanno ucciso diverse persone.

"La nostra ricerca - spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - rende evidente la diffusione e la dimensione degli impatti dei fenomeni meteorologici estremi nel territorio italiano, resi ancora più drammatici dal dissesto idrogeologico, da scelte urbanistiche sbagliate e dall’abusivismo edilizio", e anche per questo si chiede con forza l'approvazione di un piano nazionale di adattamento al clima che preveda interventi rapidi a partire dai grandi centri urbani. All'Europa invece si ricorda l'importanza di rivedere l'obiettivo fissato al 2030 in merito alla riduzione delle emissioni.

(Unioneonline/s.s.)
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