Un liceo paritario chiude e i suoi studenti sono abbandonati al loro destino.

Tra questi Davide Collu, 19enne di San Sperate, e le sue compagne Giulia Anelli e Giulia Sitzia. La scuola in questione è il Benvenuto Cellini, liceo musicale di Pirri. Che ora non esiste più, ha cessato le sue attività l'anno scorso, e i ragazzi nel frattempo si sono dovuti organizzare in altro modo, a spese proprie.

"Fino al 28 novembre 2017 andava tutto bene - spiega Davide - Quel giorno però il preside ci ha informati che era stata revocata la parità. Non avevamo mai sentito parlare prima di questa possibilità".

Il problema, però, sta nel fatto che la comunicazione dal ministero dell'Istruzione sembra fosse arrivata già ad agosto, quindi "noi a settembre ci eravamo iscritti al nuovo anno".

Poi cos'avete fatto?

"Abbiamo organizzato una riunione col responsabile del Miur per la Regione Sardegna e ci è stato detto che per continuare la scuola avremmo dovuto trasferirci a Sassari o a Nuoro oppure proseguire come privatisti. Perché la mia era la classe del quinto anno, e nemmeno al liceo musicale di Cagliari potevamo frequentarla perché quell'istituto fino all'anno scorso arrivava fino alla terza, e ora alla quarta".

Lei cos'ha fatto?

"Ho avuto la fortuna di avere il sostegno dei miei genitori e quindi sono andato a Sassari. Ho alloggiato in un convitto e il fine settimana tornavo a casa in treno. Tutto a spese nostre. E a luglio mi sono diplomato".

I suoi compagni?

"Qualcuno ha dovuto cambiare indirizzo scolastico, altri hanno proseguito come privatisti, altri ancora si sono trasferiti. Ma non tutti ne avevano la possibilità anche economica".

A cosa è dovuta la revoca della parità del Cellini?

"Non ce lo hanno spiegato, forse non rispettava certi criteri per continuare a esistere. Noi ci siamo sempre trovati bene, anche se cambiavamo di frequente gli insegnanti".

Quante classi eravate?

"Cinque, dalla prima alla quinta, dove ero io. Stavamo insieme per le materie comuni e ci dividevamo per quelle caratterizzanti".

L'ha detto lei ai suoi genitori?

"Sì, e anche loro sono stati colti di sorpresa".

Com'è stato l'inizio a Sassari?

"Non semplicissimo perché era ormai gennaio, non è stato facile recuperare nelle varie materie, mettersi al pari con gli altri, e avere di nuovo altri professori. In più io, che già ero iscritto al Conservatorio per il triennio, ho perso un anno perché stando altrove non potevo proseguire gli studi".

Non era più facile scegliere la strada del privatista?

"Forse, ma perché dobbiamo pagare noi le conseguenze delle scelte di altri? Io volevo un diploma della scuola, di quelli 'normali', perché per me significa dimostrare che ho seguito le lezioni, ho superato verifiche, interrogazioni, ho frequentato regolarmente. Il privatista invece si gestisce da solo e a fine anno sostiene l'esame".

Cosa chiedete ora?

"Ci sembra giusto che, con tutte le spese che abbiamo dovuto sostenere per le conseguenze di questa situazione, ci venga riconosciuto almeno un rimborso".

Da chi?

"Dal ministero, chi altri potrebbe? Alla Regione Sardegna non do nessuna colpa, non ne ha. Intanto tanti altri studenti che vivono nella mia zona sono rimasti senza possibilità di scelta".

Sabrina Schiesaro

(Unioneonline)
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