Il colpo di fulmine è pigrizia dell'intelligenza, è un errore che non si è avuto il coraggio o la possibilità di riconoscere al momento di compierlo. No, non sto parlando d'amore (non ho più l'età, ahimè) ma di politica, quella che accompagnerà noi sardi nei prossimi tre mesi, fino alle elezioni per il nuovo Consiglio regionale.

La frase che ho citato, di Charles Baudelaire, mi ronza in testa e mi serve da monito nell'approcciarmi a valutare i candidati a governare l'Isola. Perché non vorrei mai che dovessimo fare una scelta sulla scorta di fallaci e momentanee suggestioni o, peggio, di simpatie (o antipatie) personali. Credo invece che ora, praticamente terminati i giochi ed esaurite le alchimie sperimentate dai partiti per mettere in pista dei nomi, sia giunto il momento di ascoltare e valutare i programmi, finora quasi assenti nel dibattito pubblico.

Mi piacerebbe, da qui alla chiamata alle urne, sapere se qualcuno ha davvero un'idea di Sardegna. Non dico un piano preciso, articolato e a lunghissimo termine, forse sarebbe utopistico pretenderlo. Ma capire, ad esempio, se nei prossimi cinque anni - e dopo una legislatura non esaltante - si riuscirà ad unire le forze per riempire di nuovi contenuti quello Statuto che dopo 70 anni inizia ad apparire vecchio ed inadeguato rispetto alla mutata realtà. Sapere se finalmente si riuscirà ad affrontare con determinazione e barra dritta le vertenze aperte con lo Stato. Riuscire a comprendere in che modo s'intende rilanciare la nostra asfittica economia con le scarse risorse finanziare a disposizione.

Sapere che progetti si hanno perché siano finalmente supportate con strategie di sistema (e non solo con iniziative estemporanee) quelle attività come turismo, agricoltura e artigianato che hanno enormi margini di miglioramento. Come valorizzare i brand identitari, i tesori della nostra cultura, capitalizzare le energie creative dei nostri ragazzi che oggi invece sono costretti ad emigrare.

Come saprete, da anni curo la pagina dei lettori. È una fonte impagabile di conoscenza e apprendimento. Tramite le vostre riflessioni, talvolta anche denunce, si riesce davvero ad intercettare il sentimento comune, paure e speranze che accompagnano il nostro vivere quotidiano di sardi che non si arrendono. Negli ultimi mesi, peraltro, ho scoperto che l'interesse maggiore non lo riscuotono i temi che per tutta l'estate molti politici hanno cavalcato. Sì, certo, l'immigrazione indiscriminata e incontrollata è un tema che fa discutere. Il reddito di cittadinanza è una misura che può dividere. Ma le lettere più accorate, e dunque più vere, sono quelle che riguardano il futuro dei nostri figli. Padri e madri che comprendono, ma non si rassegnano, alla scelta quasi obbligata dei loro ragazzi che lasciano l'Isola per trovare un futuro altrove.

Ecco mi piacerebbe sentire cosa pensano di fare i candidati governatori (volutamente non ho fatto alcun nome) per arginare questa tristissima deriva. Come dite? Tutto ciò appartiene al libro dei sogni? Beh, almeno fino al giorno delle elezioni continuerò a sognare che qualcuno possa convincermi con la forza dei suoi programmi e non mi debba pentire, fra cinque anni, di un'altra scelta sbagliata.

Massimo Crivelli
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