I rappresentanti delle isole maggiori del Mediterraneo riuniti a Cagliari per lanciare un appello a governi nazionali e Unione europea, affinché prendano i dovuti provvedimenti per colmare la condizione di "svantaggio" che ancora caratterizza i territori circondati dal mare.

"Il futuro dell'Europa - Le sfide dell'insularità nelle politiche di coesione post 2020", il titolo del summit, che si è tenuto al THotel e che ha visto alternarsi sul palco, tra gli altri, il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru, quello della Corsica, Gilles Simeoni, e la vicepresidente del Governo delle Isole Baleari Isabel Busquets i Hidalgo.

Il presidente di Creta, Stavros Arnaoutakis, ha inviato un videomessaggio, mentre in qualità di relatori hanno partecipato anche Tonino Picula, vicepresidente dell'Intergruppo del Parlamento Europeo Mari, fiumi, isole e zone costiere, e Jan Mikołaj Dzięciołowski, rappresentante del Gabinetto della Commissaria Europea per la politica Regionale e Urbana, Corina Crețu.

Ruoli ed esperienze diverse, ma un unico intento: "alzare la voce" per ottenere agevolazioni e supporto per colmare il comune gap su fiscalità, trasporti ed energia.

L'occasione per parlare anche di insularità e della battaglia sarda per l'inserimento della stessa, con le relative garanzie e tutele, all'interno della Costituzione.

"Da questo incontro nascerà una lettera comune, molto concreta e molto dettagliata, nella quale chiederemo un cambiamento delle regole per uscire da una situazione che ci vede penalizzati", ha spiegato il presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru. Aggiungendo: "Vogliamo poter spendere i nostri soldi per compensare gli svantaggi della condizione di insularità".

(Unioneonline/l.f.)
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