"Nessuna sagra della lumaca a Gesico è stata mai uguale all'altra e in questa, la XXVII edizione, ci sarà molto spazio per la cultura e i convegni di studio". A dirlo è Carlo Carta il presidente della Pro loco di Gesico.

Quest'anno la manifestazione, che si svolge come da tradizione durante l'importante festa di Sant'Amatore, si apre con una due giorni di dibattiti e studi (12 e 13 ottobre) dedicati a "L'invenzione dei santi martiri tra Africa, Sardegna e Catalogna".

"Si parlerà di questo fenomeno - ha proseguito il presidente Carta - che ha coinvolto diverse terre, accomunandole nei secoli a seguire nei riti e in tanti dettagli della festa". Gesico sarà la sede del seminario di studi proponendosi come Comune capofila di questa nuova frontiera di ricerca, forte della ricchezza della chiesa di Sant'Amatore e del suo patrimonio di testimonianze storiche, archeologiche ed epigrafiche. La vicenda delle "invenzioni dei Santi Martiri" è stata colta quale occasione di confronto sul tema dello sviluppo della religiosità popolare e del culto dei santi nell'isola: Amatore, Sperate, Bertorio, Liberato, Antioco, come strumento di identità delle comunità della Trexenta, del Sarcidano, del Campidano di Cagliari e del Sulcis, in un convergere di culture dall'età antica all'età moderna fra Sardegna, Africa, Catalogna: sullo sfondo il tema dell'accoglienza e delle migrazioni di uomini, culti e tradizioni.

Fu una vera e propria guerra di santi martiri quella combattuta in Sardegna tra Cagliari e Sassari, con l'unico obiettivo di stabilire la supremazia e la maggiore antichità di una delle due sedi arcivescovi. I risultati delle indagini archeologiche e i relativi rinvenimenti di "corpi di santi" furono numerosi in tutta l'isola, perfino nelle diocesi più piccole e i titoli epigrafici, che conservavano i nomi dei defunti furono allora devotamente raccolti e poi documentati da autori secenteschi di estrazione ecclesiastica come gli arcivescovi di Cagliari e Sassari Francisco d'Esquivel e Gavino Manca de Cedrelles, il frate Serafino Esquirro e da giuristi, Francesco Carmona e Dionisio Bonfant.
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