Con sole tre regioni che rimangono in zona rossa – Sardegna, Puglia e Valle d’Aosta – sono più di 9 gli italiani su 10 che possono beneficiare di minori restrizioni previste per le fasce arancioni fino al 26 aprile quando molti territori passeranno in giallo rafforzato, il che significa tra l’altro che sarà possibile la riapertura di molte attività nel settore della ristorazione con servizio all’aperto.

Per adesso invece, col Paese senza zone gialle, rimangono chiusi per il servizio al tavolo o al bancone i 360mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi. Situazione che ha come conseguenza una perdita di oltre 1,5 miliardi in questa ultima settimana che colpisce quasi un italiano su tre (30%) che attende la riapertura di pub, ristoranti e agriturismi per tornare a trascorrere momenti conviviali a tavola insieme a parenti e amici.

Da quanto emerge da un’analisi di Coldiretti, anche se l’apertura a cena vale l’80 per cento circa del fatturato dei locali, la possibilità di sfruttare le aree all’aperto salva molte realtà compresi i 24mila agriturismi italiani. Beneficio che, a cascata, si trasferisce sull'intera filiera.

La pandemia, oltre ad aver creato danni a livello economico e occupazionale, potrebbe avere dure conseguenze anche sull’enogastronomia locale per la mancanza di sbocchi di mercato e per l’assenza di turisti.

(Unioneonline/s.s.)
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