Se il piano di ristrutturazione annunciato all'inizio di febbraio dalla società Douglas andasse in porto cancellerebbe trentacinque posti di lavoro distribuiti nelle undici profumerie in Sardegna che rischiano la chiusura.

Lo rendono noto i sindacati.

"Siamo molto preoccupati per il contesto economico locale già in grave difficoltà", ha detto la segretaria regionale Filcams Nella Milazzo sottolineando che "questa vertenza, che colpirà

soprattutto donne con famiglia e figli a carico, rischia di produrre ulteriore disagio sociale".

Per questa ragione il sindacato si oppone alla ristrutturazione paventata dalla Douglas a livello nazionale, che prevede la chiusura di 128 punti vendita, fra i quali gli 11 in Sardegna, e di altri 29 di cui al momento non si conosce la collocazione territoriale ma non è escluso che possa riguardare altre profumerie nell’Isola.

La comunicazione è arrivata lo scorso 8 febbraio, quando i vertici della società hanno incontrato i sindacati di categoria Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs Uil dando il via a un confronto ancora aperto ma che registra già posizioni molto distanti. È il motivo che ha portato le sigle a proclamare lo stato di agitazione in attesa di una convocazione del ministero dello Sviluppo economico, con l’auspicio che possa intervenire a difesa della continuità lavorativa e

aziendale.

Secondo la Filcams Cgil Sardegna, prima di parlare di chiusure l’azienda dovrebbe presentare un piano industriale che salvaguardi l’occupazione almeno fino alla fine della pandemia: "Per noi - spiega la segretaria Nella Milazzo - ristrutturazione significa trovare soluzioni che mettano in sicurezza la continuità occupazionale dentro il quadro dello stato di crisi segnalato”.

Da qui l’appello affinché non vengano persi altri posti di lavoro nell’Isola: "Non ce lo possiamo permettere - conclude Milazzo - occorre fare di tutto per garantire l’occupazione, noi faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità perché nessuno sia lasciato senza tutele e senza prospettive, soprattutto in questo momento di emergenza in cui il settore del commercio al dettaglio è in estrema crisi".

(Unioneonline/F)
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