La contrazione delle tratte marittime da e verso la Sardegna, per effetto naturale delle limitazioni anti Covid negli spostamenti interregionali e internazionali, ha determinato nei porti del Nord Sardegna una flessione complessiva di oltre 2 milioni di viaggiatori. Un calo del 43,6 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2019. Una perdita di passeggeri che, dall'introduzione a marzo del lockdown, ha interessato tutti i mesi successivi. Ma è nei mesi estivi che si registra la maggior diminuzione del numero dei passeggeri.

È quanto risulta dalla analisi socio economica territoriale effettuata dalla Camera di Commercio di Sassari.

"Una fotografia non felice per questo momento complesso - ha detto Stefano Visconti, presidente dell'Ente camerale - e credo che non cesserà i propri effetti limitandoli al 2020, ma perlomeno comprenderà, se vogliamo essere ottimisti, il primo quadrimestre del 2021".

La dinamica dei flussi in entrata e in uscita, nonostante una frenata in termini percentuali dell'emorragia delle presenze nei mesi estivi rimane molto al di sotto delle performance dell'anno precedente. Tutti i porti commerciali sardi risentono del periodo di forti limitazioni negli spostamenti applicati a livello governativo per contrastare la diffusione della pandemia dovuta dal virus Covod-19. In particolare nello scalo marittimo di Porto Torres, da gennaio a settembre, si registrano 474mila e 943 passeggeri con una perdita del 51,4 per cento rispetto allo stesso periodo nel 2019, quando si contavano circa un milione di passeggeri. E se nei primi due mesi dell'anno la numerosità dei viaggiatori indicava una leggera crescita da marzo, primo mese interessato dalla limitazioni della mobilità, il confronto con lo stesso mese del 2019 presenta dati costantemente negativi.
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