Ritardi sul progetto della chimica verde e il sito di Porto Torres sono il cuore del problema che emerge dall'interrogazione indirizzata ai ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico dal gruppo dei parlamentari Lega-Salvini Premier-Partito sardo d'Azione, e che ha come primo firmatario il senatore Carlo Doria.

A dicembre 2019 le risorse impiegate da Eni Rewind, per le attività di risanamento ambientale, ammontavano a 368 milioni di euro e che per il completamento degli interventi si prevede una spesa di ulteriori 218 milioni, mentre altri 230 milioni saranno investiti per la gestione degli impianti nei prossimi 15 anni. "Chiediamo ai ministri come intendano procedere al fine di verificare le cause e le responsabilità dei ritardi nella realizzazione di quanto previsto sia nell'accordo di programma che nel protocollo d'intesa 'chimica verde' - si legge nel dispositivo - richiamando tutte le parti firmatarie al rispetto degli impegni assunti".

La richiesta dei parlamentari è quella di verificare se gli interventi previsti nel Protocollo del 2011 siano ancora attuali e attualizzabili, con la eventuale proposta di valutare l'opportunità di destinare le somme in impianti più innovativi o comunque di procedere con una rimodulazione a favore di progetti cantierabili nell'immediato.

Al centro il nodo della perimetrazione del Sin, superficie di 4.500 ettari di cui 1.800 di area industriale, inclusi i 1.200 ettari in capo all'Eni. "Chiediamo inoltre - aggiunge Doria - se i ministri intendano snellire la burocrazia e gli iter autorizzativi per favorire gli interventi di bonifica ed eventualmente, anche alla luce della mappatura sullo stato di inquinamento del luogo, valutare una revisione della perimetrazione Sin".
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