No a contratti di conferimento del latte basati su prezzi penalizzanti e anacronistici non in linea con gli attuali andamenti di mercato, che rischiano di affossare e dare il colpo di grazia al settore.

Lo sottolineano Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e Copagri, nel ricordare che la pandemia non ha risparmiato la filiera lattiero-casearia, sulla quale ha pesato il drastico calo delle vendite in fase di lockdown e la chiusura del canale HoReCa.

Secondo le organizzazioni "è inaccettabile proporre contratti di fornitura che tengono conto della congiuntura economica di febbraio quando il Paese era in piena emergenza Coronavirus e non dell'andamento più favorevole del mercato dell'ultimo periodo nel quale si è registrata una lieve ripresa delle quotazioni". "Altrettanto inaccettabile - aggiungono - è poi prevedere un limite mensile di produzione, vincolando peraltro i tetti produttivi non a un premio aggiuntivo, ma addirittura al pagamento di una rilevante penale, con la quale si ottiene il risultato di abbassare ulteriormente il prezzo di conferimento, oltre ad altri vincoli e oneri per gli allevatori.

Le tre organizzazioni ricordano, infine, che si parla di un settore che non ha la possibilità di ridurre la produzione, se non a titolo definitivo, ma che allo stesso tempo "assicura prodotti sostenibili e salubri, nonché condizioni di benessere animale tra le più elevate al mondo".

(Unioneonline/F)
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