Un'ascesa prepotente, 112 milioni di download solo a maggio, il colpo secco alla leadership americana sui social network. Il fenomeno TikTok sta travolgendo la vita web di tutto il mondo. Il tratto caratterizzante resta quello dei video ironici fatti di molte risate e poca sostanza, ma nelle ultime settimane il colosso cinese nato nel 2016 sta cambiando pelle. Non solo target per giovanissimi, ma un balzo in avanti sul fronte politico e dell'attivismo sociale.

L'EFFETTO FLOYD Chiave di volta l'imponente reazione antirazzista in tutto il mondo alla morte brutale di George Floyd, afroamericano ucciso da un poliziotto a Minneapolis. L'immediatezza dei video di TikTok, ma anche il movimento di massa partito negli Stati Uniti contro le politiche di Trump ha spinto milioni di utenti a rifugiarsi sulla piattaforma cinese, forse anche perché delusi dalla posizione (considerata) troppo morbida di Mark Zuckerberg - re assoluto dei social, con il controllo di Facebook, Instagram e Whatsapp - nei confronti della linea dura del presidente.

"BLACK LIVES MATTER" I video con l'hashtag #blacklivesmatter ("le vite dei neri contano") viaggiano attorno a 10 miliardi di visualizzazioni, un numero gigantesco anche nell'era del web catalizzatore assoluto della vita moderna. Struggente è l'immagine della ragazzina in lacrime consolata dal padre: "Non posso morire per il colore della mia pelle". Come sono potenti e cliccatissimi i video sugli scontri per le manifestazioni antirazziali con lo slogan musicale "This is America". Un imponente tam tam web è riuscito perfino a danneggiare la prima uscita ufficiale di Trump - in Oklahoma - nella corsa alle presidenziali di novembre: l'appuntamento si è rivelato un flop per il bassissimo numero di sostenitori presenti al palazzo dello sport di Tulsa. L'altra faccia della medaglia per il social cinese arriva dal fronte orientale: i video sulla proteste di Hong Kong devono fare i conti con la pesante censura di Pechino.

APP GIOVANE TikTok è comparso nel settembre del 2016 ed è un'evoluzione di Musical.ly, app per video musicali che si era diffusa nel mercato asiatico. Gli utenti possono creare brevi clip, con la possibilità di modificare la velocità di riproduzione e con l'aggiunta di filtri o effetti particolari per personalizzare i video. È un po' una sorta di Instagram fatto solo di "stories", brevi video in presa diretta. I fondatori sono Alex Zhu e Luyu Yang, startupper di Shangai, che hanno visto la moltiplicazione miracolosa di utenti dopo l'inizio balbettante di Musical.ly. Fino al novembre del 2017, quando il gruppo TikTok è stato acquistato dall'azienda cinese Bytedance per 750 milioni di dollari: è l'inizio di un'ascesa mostruosa, con un valore commerciale che ora è stimato addirittura intorno ai 100 miliardi di dollari.

DECISIVO Il LOCKDOWN Al di là della svolta nella prima linea dell'attivismo politico, TikTok si era già imposto come app emergente durante le settimane del lockdown un po' in tutto il mondo. Determinante anche il passaggio dei video da 15 a 60 secondi: non più solo lo strumento per condividere balletti, clip con voci alterate o scherzi (genitori e nonni sono le vittime puntuali dei più giovani), ma un modo per raccontare storie. Nel mirino dei ragazzi italiani è finita soprattutto la didattica a distanza, declinata nei modi più disparati e divertenti grazie alle potenzialità della piattaforma. Ma si sono moltiplicati anche i videoracconti dagli ospedali sulle esperienze legate al Covid. NUMERI DA CAPOGIRO La crescita verticale dei video su TikTok rischia di far impallidire persino il mostro sacro YouTube: secondo la ricerca dell'agenzia per la sicurezza digitale Qustodio effettuata sui giovanissimi (tra 4 e 14 anni) americani, inglesi e spagnoli, l'utilizzo medio del social cinese è di 80 minuti al giorno, contro gli 85 del colosso americano nato più di dieci anni prima. Ad aggiungere numeri su numeri, soprattutto nel popolo dei giovanissimi, c'è anche l'inquietante risvolto socio-psicologico della cosiddetta sindrome del "Fear of missing out", la paura di restare esclusi: indica - spiegano gli esperti - "una sorta di ansia caratterizzata dal desiderio di rimanere continuamente in contatto con le attività che fanno le altre persone, con la paura di ritrovarsi esclusi da eventi, esperienze, o contesti sociali gratificanti". Questo ovviamente è un meccanismo perverso che abbraccia trasversalmente tutto il sistema delle piattaforme social.

LE STAR DI TIKTOK In attesa degli assestamenti in arrivo con la svolta sociale Usa, le star mondiali sono tutte giovanissime: come la danzatrice americana Charli D'Amelio (65 milioni di follower) o la connazionale Loren Gray (45 milioni) o l'illusionista Zach King (sempre 45 milioni). In India il 17enne Riyaz Aly ha già messo in insieme 41,2 milioni di follower. Tra i big spunta l'attore Will Smith, autore di numerose gag da oltre 10 milioni di seguaci. In Italia le stelline di Tiktok sono per ora illustri sconosciuti (puntualmente giovanissimi) che hanno poco da dire ma lo sanno fare benissimo, maneggiando con abilità le potenzialità dell'app: il re è Luciano Spinelli, che ha 7,5 milioni di follower, seguito dalle gemelle Kessy e Mely (5,8 milioni), Marco Cellucci (5,5) e Jessica Brugali (5,5). Ma c'è da giurare che in breve tempo si imporranno personaggi più consolidati, che in queste settimane stanno sbarcando in massa sul social cinese. Il solito influencer milionario Gianluca Vacchi ha aperto le danze (4,3 milioni di follower), mentre la stellina Elettra Lamborghini è a quota 1,2 milioni. Da notare anche lo chef Bruno Barbieri, con cinquecentomila seguaci. Nel mondo del calcio spicca il brasiliano della Juventus Douglas Costa con 2,7 milioni di follower. Intanto c'è lo scatto in avanti della regina del business social: Chiara Ferragni ha firmato un contratto da capogiro con la piattaforma cinese e ha già conquistato 2,7 milioni di follower. La bionda moglie del rapper milanese Fedez sta ancora una volta trasformando in oro il magico mondo delle visualizzazioni.

RISCHI PER I PIÙ GIOVANI Tra le critiche mosse a TikTok è che i tantissimi minorenni iscritti alla piattaforma mettono in mostra la propria immagine senza senza alcun tipo di protezione. L'impostazione predefinita prevede che tutti gli account siano pubblici: quindi anche chi non è iscritto ufficialmente al social può vedere "condivisioni" e movimenti di tutti gli utenti. Chiunque può pertanto mettersi in contatto con i ragazzini, che potrebbero incautamente accettare le richieste di amicizie degli sconosciuti, spinti del desiderio continuo di avere "like" e fan in più. L'app consente peraltro di creare chat estemporanee con qualsiasi singolo utente. In Francia è già scattato l'allarme del governo per la mancanza di protezione per i minorenni e anche l'Unione europea avrebbe già messo nel mirino la disinvolta libertà di TikTok. Ma proprio in questi giorni i vertici della app hanno siglato un accordo con Bruxelles a tutela del codice europeo contro la disinformazione.
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