La burocrazia della Regione, assieme al Covid-19, i problemi climatici e le cavallette, stanno mettendo in ginocchio l'intero settore agro-pastorale del Marghine. Un dramma.

"Da qualsiasi parte ci giriamo - dice Peppino Chessa, allevatore di Birori - troviamo sempre un problema. Il mercato che non va, con la pandemia che ci ha cambiato anche il modo di lavorare. Tutto procede in una direzione che ci sta mettendo veramente in ginocchio. Siamo costretti a vendere i nostri prodotti a prezzi irrisori e ora ci si mette la burocrazia della Regione ad impedirci di andare avanti".

Proprio la Regione sta mettendo freno in particolare all'azione del Gal Marghine, che per un cavillo burocratico si vede bloccati ben sette bandi, decisi dal partenariato tra il 2016 e il 2017. E' fermo anche il progetto kent'Erbas, sia dal Covid, sia dalla burocrazia regionale. Di fatto la Regione impedisce di spendere i 3 milioni di euro, finanziati a suo tempo, di cui il Gal Marghine ne ha già impegnati due.

"La Regione ci dice di annullare i bandi, regolarmente approvati e validati dalla stessa Regione, che abbiamo preparato col supporto di Laore - osserva con preoccupazione il presidente del Gal Marghine, Sergio Sulas -. Mettono in dubbio il fatto che i bandi sono stati approvati dalla struttura tecnica del Gal e non dal consiglio di amministrazione. Assurdo. Abbiamo fatto tutto secondo le norme. Tra l'altro il Gal Marghine ha regole ben precise, a garanzia della partecipazione di tutti e progettando dal basso. Cerchiamo di andare avanti, ma i progetti di sviluppo sono bloccati da una assurda burocrazia della Regione, che ha deciso di non decidere".
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