Scommettere sulle ostriche dell'Isola.

Una rete di piccole produzioni di ostriche in tutte le marinerie italiane da oltre 2 milioni di euro. Basti pensare che il 97% di questi molluschi consumati in Italia, circa 6-8 mila tonnellate l'anno, viene da fuori, soprattutto dalla Francia.

A scommettere su questo nuovo mercato è Fedagripesca-Confcooperative che propone un "Piano italiano" per le ostriche destinato a diventare un vero e proprio business.

"Le ostriche potrebbe rappresentare quello che è stato per le vongole veraci filippine - spiega l'associazione - che nelle nostre acque hanno ritrovato l'habitat ideale per essere allevate".

Tranne qualche pioniere che ha introdotto negli ultimi 15 anni l'ostricoltura con piccole produzioni in Liguria, Delta del Po, Puglia e Sardegna, l'ago della bilancia oggi è ancora spostato tutto sulle importazioni. Con una produzione di circa 200 tonnellate l'anno, l'Italia infatti non ce la fa a soddisfare la domanda interna. Si prospetta quindi un grande mercato per l'Italia che sul fronte qualità ha ben pochi rivali.

Un esempio per tutti è l'ostrica d'oro chiamata così per il colore giallo-oro della conchiglia. Una chicca gourmet scoperta casualmente 4 anni fa, che oggi viene allevata in Emilia-Romagna, nella Sacca di Goro, ed è una produzione unica in Europa.

(Unioneonline/F)
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