«I 25 mila euro richiesti sono stati accreditati in meno di cinque giorni. Adesso posso riprendere a sperare: avevo preso degli impegni di spesa improrogabili, ora li posso onorare». Enzo Sarais, 63enne di Iglesias, per il momento ha vinto la sua battaglia contro l'italica burocrazia. La sua azienda di infissi può ripartire, grazie al finanziamento previsto dal Decreto liquidità, garantito dallo Stato al 100 per cento ed erogato in tutta fretta da UniCredit. «Siamo stati in grado di velocizzare in modo significativo le operazioni richieste e di fornire il supporto necessario», afferma Remo Taricani, amministratore delegato "Commercial banking Italy" dell'importante gruppo bancario.

Positività

L'aiuto statale è arrivato, anche a molte piccole e medie imprese dell'Isola, nell'unica forma possibile e richiesta. «Avevamo un disperato bisogno di liquidità», confessa Antonio Pulina, 50 anni, titolare di un'azienda sassarese attiva nel campo della termoidraulica. «L'emergenza sanitaria ha dato un colpo terribile alla nostra azienda. Siamo rimasti fermi per due mesi e mezzo. Nessun incasso, solo spese a non finire. Ecco perché questo prestito ci permette di recuperare una parte del tempo perso, anche perché lo abbiamo ottenuto con una grande velocità. Certo, dico subito che non è sufficiente, e oltretutto occorre restituirlo. Credo che il Governo potesse fare qualcosa di più. Una buona parte doveva essere a fondo perduto».

Boom di richieste

L'Isola si accoda al resto d'Italia. Il Covid-19 tarpa le ali, affossa ogni velleità imprenditoriale, anche la più florida. I finanziamenti fino a un massimo di 25 mila euro, atteso strumento contenuto nel Decreto liquidità, rappresentano l'unico antidoto alla morte certa, per molte imprese. «Abbiamo ricevuto un enorme numero di richieste di prestito: 60-70 volte superiore al dato che gestiamo normalmente», confessano da UniCredit. Così, da Sassari a Nuoro i concetti non cambiano. «Ci è stato erogato l'intero importo finanziabile», racconta Roberto Cocco, 53 anni, commerciante d'abbigliamento barbaricino. «A pochi giorni dalla domanda abbiamo ricevuto la somma. Tuttavia, stiamo parlando di un finanziamento agevolato ma non di un contributo a fondo perduto, com'era auspicabile. Due mesi di lavoro andati in fumo non si possono certo compensare con questa cifra. Il prestito ci fa piacere, è certamente molto utile, però non ci permetterà neppure di saldare gli impegni che avevamo con i fornitori. Il rammarico è tanto: questo era il periodo migliore dell'anno, si lavorava parecchio con gli abiti per le cerimonie».

In ginocchio

È l'espressione che va per la maggiore. Accomuna, da nord a sud dell'Isola. «Per circa tre mesi non abbiamo incassato un euro», sentenzia un imprenditore del Cagliaritano che preferisce non rivelare il suo nome. Da oltre mezzo secolo la sua azienda è attiva nel campo delle forniture industriali. «Inoltre, la pandemia è arrivata in un momento già di sofferenza per il nostro settore. Il prestito non risolve i problemi ma permette di reagire». E di andare avanti in attesa che arrivino al più presto tempi migliori.

Stop alla burocrazia

«La nostra banca ha rafforzato e accelerato il processo per i finanziamenti fino a 25 mila euro, anticipando l'erogazione in attesa di ricevere la garanzia da parte del Fondo centrale», spiega Salvatore Pisconti, manager per il centro Italia di UniCredit. «I nostri gestori sono a disposizione per dare informazioni e processare le domande, che possono essere presentate anche da remoto tramite posta certificata, senza bisogno di recarsi in filiale. Continuiamo a lavorare duramente ogni giorno per sostenere le imprese italiane in questa fase così complessa e per fornire in modo rapido ai clienti tutto il supporto di cui hanno bisogno».

Gianfranco Locci

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