"La Regione Sardegna ha approvato con chiaro intento propagandistico misure che ricalcano ambiti di intervento già coperti dal decreto nazionale".

Durissimo attacco dei sindacati confederali alla Giunta e al suo presidente Christian Solinas, colpevoli di un atteggiamento definito "vergognoso".

"Mentre negano il confronto chiesto più volte dai sindacati, decidono di ripartire 110,5 milioni di euro a vantaggio solo di alcune imprese e settori, e soprattutto, dimenticano il mondo del lavoro che in questa crisi sta dando prova di responsabilità, ma rischia di restare sopraffatto, prima dall'emergenza sanitaria, poi dalla crisi devastante che colpisce e colpirà il sistema economico e sociale dell'Isola".

Adesso i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil - Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca - chiedono che il governatore presidente Christian Solinas ponga immediatamente rimedio e convochi le sigle per "ridiscutere provvedimenti e risorse che devono dare risposte anche ai lavoratori più deboli ed esposti, quelli che non usufruiscono - per nulla o non abbastanza - delle indennità ordinarie".

E "che siano date risposte immediate a tutti gli operatori sanitari esposti in prima linea senza dispositivi di protezione, strumenti e reparti dedicati, né i tamponi per verificare il loro stato di salute e quello di tutti i pazienti: non serve intimidirli perché non denuncino queste gravi mancanze, come ha tentato di fare l'assessore alla Sanità".

Altra proposta dei confederali: l'attivazione di un coordinamento regionale, coinvolgendo le prefetture, per il monitoraggio delle condizioni di salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro.

"Ciò che serve - concludono i segretari generali - sono azioni concrete adesso, ad iniziare da un accordo quadro per snellire le procedure di cassa integrazione ordinaria e in deroga e adottare altre possibili misure, e non certo la boutade su stati di emergenza prolungati fino al 31 luglio, che creano confusione e alimentano ulteriori preoccupazioni, di cui non si comprende la ratio se non quella di precostituirsi ampi margini di manovra discrezionali".

(Unioneonline/F)
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