Si classificano come adults only ma non sono locali a luci rosse. Sul mercato dell’offerta turistica è la categoria di hotel e residence (ma anche ristoranti) che non accolgono prenotazioni con ospiti sotto i 14, 16 o 18 anni. Sono in crescita in tutto il mondo e anche in Italia.

Non solo, da qualche anno, c’è anche il segmento di nicchia dei voli child free sperimentato da alcune compagnie asiatiche. Del resto, secondo un recente sondaggio di Tripadvisor il 37 per cento dei viaggiatori britannici sarebbe disposto anche a pagare una tariffa supplementare per un volo senza bambini. Qualche anno fa lo faceva la compagnia Thomas Cook che offriva aerei senza bambini sui voli per Creta e Gran Canaria a passeggeri in buona parte diretti verso villaggi con la stessa caratteristica.

Alcune compagnie asiatiche, invece, hanno differenziato i posti. Bambini maleducati e genitori incapaci di arginarli o il frutto della generazione no kids e di una società non più abituata ad avere a che fare con i più piccoli? Il dibattito, ricorrente da qualche anno sui social, si è riacceso dopo il cartello affisso qualche settimana fa in una pizzeria di Sondrio che in sostanza diceva “Lasciate i bambini a casa o cambiate locale. Oppure educateli”. E giù racconti da incubo di piccoli Attila che strillano e corrono tra i tavoli mettendo a rischio l’incolumità dei camerieri e i nervi dei clienti.

LE RICHIESTE DEL MERCATO - In realtà, al di là degli eccessi delle due fazioni, c’è una precisa richiesta del mercato turistico. E spesso a privilegiare le sistemazioni adults only non sono single incalliti o coppie senza figli ma proprio genitori. Papà e mamme di bambini piccoli che sono magari riusciti a ritagliare un weekend di coppia e vogliono dimenticare per una breve parentesi l’esistenza di pappe e pannolini. O

anche famiglie con ragazzi, che avranno anche le paturnie da adolescenti ma non si lanciano nei corridoi degli hotel. “Gli hotel per soli adulti rispondono a una precisa richiesta del mercato e vanno nella direzione di una personalizzazione dell’offerta”, osserva Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna: “Oggi il cliente chiede un’offerta su misura. Chi sceglie i family hotel che sono tantissimi, si aspetta di trovare il mini club, i giochi, spazi ampi. Viceversa, chi preferisce alberghi riservati a soli adulti, cerca silenzio e tranquillità. Ci sono i bikers e chi fa turismo attivo che hanno un loro circuito e chi punta sul benessere e in un hotel cerca la spa migliore. Non ci sono discriminazioni ma solo una specifica offerta che risponde a una richiesta del cliente. Giudico positivamente il fatto che anche in Sardegna stiano iniziando a sorgere strutture di questo tipo”.

In tutto il mondo esistono più di 1400 strutture per soli adulti, il primato è dell’Europa con 852. In Italia secondo il sito specializzato tedesco Urlaub-ohne-kinder ce ne sono una cinquantina, i primi sono sorti in Alto Adige che però è stata anche all’avanguardia nel segmento opposto dei family hotel.

LA SARDEGNA - In Sardegna la tendenza è più recente e gli alberghi che si presentano come adults only e sono citati nei siti specializzati sono solo tre: The Pelican beach resort nella spiaggia del Pellicano, Lido di Pittulongu ad Olbia, La Villa del Re a Castiadas e il Tui Blue Matta village a Budoni. Ma anche l’hotel Corte Bianca di Cardedu si presenta come riservato agli adulti e non accetta ragazzi sotto i 16 anni così come l’hotel Corte Rosada di Porto Conte ad Alghero che si presenta come Couple resort e a apre le sue stanze solo ai maggiorenni. Occorre comunque fare una ricerca mirata: nessuno dei principali portali di prenotazione alberghiera ha un filtro per soli adulti mentre, al contrario, Expedia suggerisce le migliori strutture per famiglie.

Gli hotel sardi per adulti sono nella fascia tra le quattro e le cinque stelle e offrono atmosfere romantiche e tranquillità. Ma cosa spinge una struttura a rifiutare di ospitare i bambini? “Si tratta semplicemente di una politica commerciale”, spiega Valentina Secchi dalla direzione del The Pelican: “Una scelta che non ha niente a che vedere con considerazioni sul comportamento dei bambini. Semplicemente abbiamo voluto inserirci in una fetta di mercato che esiste ed è in crescita, diversificando l’offerta anche per superare un momento di crisi. E negli ultimi anni abbiamo avuto un buon riscontro”. Chi sono i clienti di un hotel per soli adulti? “Naturalmente non tutti i nostri ospiti ci scelgono per questa caratteristica ma una buona percentuale sì. Sono prevalentemente stranieri ma ci sono anche italiani. Coppie, ma non solo, anche famiglie con ragazzi più grandi. Tra le coppie anche molti genitori di bambini che si ritagliano un weekend per se stessi, magari lasciando i figli ai nonni, e cercano tranquillità”.

Per restare in Gallura, terra di vacanze esclusive, nessuna preclusione per i bambini negli hotel pluristellati della Costa Smeralda dove il lusso non è precluso ai piccoli. “Per noi i bambini sono gli ospiti più importanti, i clienti del futuro”, fanno sapere da Marriott che ai più piccoli offre iniziative mirate nei propri hotel. La stessa politica dell’Abi d’Oru, storico 5 stelle sul golfo di Marinella che, nella versione inglese del sito, si presenta come “beach and family hotel” e offre, oltre a raffinate suite, anche spazi riservati per i baby clienti, e del gruppo Delphina che nei suoi prestigiosi alberghi e residence sulla costa nord propone numerose offerte per grandi e piccoli.

TRA MERCATO ED ETICA - Ma cosa ne pensano le famiglie? Veronica Asara è mamma di due bambini, presidente dell’associazione Sensibilmente Onlus di Olbia (che si occupa prevalentemente di persone autistiche) ed è stata promotrice di alcuni convegni sul turismo inclusivo.

“Non mi sento di esprimere un’opinione netta in proposito – dice – e mi rendo perfettamente conto che queste strutture rispondono a un’esigenza di mercato. Personalmente però è un’idea che mi disturba, non mi piace quando si dividono le persone per categorie e, per restare nell’ambito delle nostre attività, come oggi posso offrire un servizio al cliente che è disturbato dai bambini, domani posso pensare di offrirlo a chi è disturbato dalle persone disabili. Si tratta di capire se si vuole dare più peso al mercato o all’etica”.
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